Covid, influenza, Rsv... Feste da incubo in vista? Il virologo Christian Garzoni spegne le polemiche su Piazza Ticino.
LUGANO - Un cocktail di virus che potrebbe sembrare esplosivo. Covid, influenza, Rsv... Le feste natalizie sembrano partire nel segno di tosse, raffreddore e febbre. Ma il virologo Christian Garzoni, ospite di Piazza Ticino, getta acqua sul fuoco. «Sento parlare di "tripledemia". È un termine esagerato. Mediatico. Si crea panico inutile. Certo, rispetto a un classico inverno abbiamo tanti virus tutti assieme. Ed è questo a fare la differenza».
Discutiamone.
«Abbiamo il Covid che fino a tre anni fa non c'era e che ci porta via 150 letti negli ospedali. Poi c'è l'influenza arrivata in anticipo rispetto al solito. Inoltre c'è l'Rsv, il virus respiratorio sinciziale, che di solito colpisce i bambini e che invece si sta manifestando in forme serie anche negli adulti».
Per due anni ci siamo protetti con mascherine e disinfettanti. Questa mossa ha reso basso il nostro sistema immunitario?
«È possibile che l'esserci tutelati così tanto abbia reso la popolazione un po' più suscettibile. I conti li potremo fare a fine stagione. L'anno scorso l'influenza non era praticamente arrivata. Proprio a causa di mascherine e disinfettanti. Ci siamo anche abituati tutti a fare i tamponi. E coi tamponi non si trova solo il Covid. Ma anche tanti altri virus. Tra cui l'Rsv. Li troviamo perché andiamo a cercarli. È un aspetto però importante soprattutto per i medici, per i virologi, per il personale che deve curare il paziente. Non tanto per il cittadino comune».
Come è la situazione negli ospedali?
«Sono sovraccarichi a causa di infezioni ai polmoni. La pressione sul personale è alta. Non c'è solo il Covid. Io stesso ho ricoverato decine di persone con polmoniti brutte da influenza o Rsv. Però non è una situazione drammatica. È gestibile».
In quasi tre anni di Covid si è parlato poco pubblicamente di prevenzione. Non le sembra un peccato?
«Durante la prima ondata del 2020 si era creata una certa consapevolezza sull'importanza di mangiare bene, di fare sport. È scientificamente provato che una buona alimentazione e una sana attività motoria portano ad ammalarsi di meno. Poi il discorso è un po' caduto. Abbiamo una società che soffre di malattie legate a un cattivo stile di vita. La consapevolezza della prevenzione andrebbe spinta in generale. Non solo in merito al Covid».
Cosa ne pensa dei rimedi naturali a scopo preventivo o curativo?
«Fitofarmaci come l'echinacea hanno un'efficacia garantita. Non si sbaglia. Di principio sono aperto anche alla medicina naturale. Non va dimenticato però che a toglierci dalla fase critica della pandemia è stato il vaccino. E invito le persone fragili a vaccinarsi ancora».
Qualche consiglio in vista delle feste?
«Vale la regola del buonsenso. Chi ha una sindrome influenzale stia a casa. Non vada a infettare altre persone».
Come la mettiamo coi datori di lavoro che se la prendono se un dipendente resta a casa in malattia troppi giorni?
«Un datore di lavoro ci rifletta bene. Se fa venire una persona ammalata in ufficio, la settimana dopo rischia di avere le scrivanie tutte vuote. È una questione di sensibilità personale anche».
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