L'ex politica si è messa alle spalle la radiazione dal registro cantonale professionale.
LUGANO - La sentenza è del 13 dicembre 2022. La persona che si appella (senza fortuna) alla Corte di diritto civile del Tribunale federale ha scelto, come avvocato, un nome che a molti, in Ticino e non solo, non suona affatto nuovo. Il suo legale, infatti, è Xenia Peran, 59 anni e un passato in cui s’intrecciano politica e aule giudiziarie, queste ultime affrontate da entrambe le parti, sia da imputata sia come avvocato.
Gli ultimi articoli di cronaca che la riguardano, in realtà, risalgono a dicembre di due anni fa e riportano la decisione del tribunale federale di respingere il suo ricorso e quindi confermare, in buona sostanza, la radiazione dall’albo degli avvocati, conseguenza dei suoi grattacapi giudiziari (da lei, peraltro, contestati).
Ma, la situazione è cambiata. Come riportano le pagine istituzionali ticinesi, infatti, la donna è oggi iscritta a tutti gli effetti al registro cantonale degli avvocati dal 14 aprile 2021. Non solo, il suo nome è presente anche all’albo nazionale italiano come avvocato straniero (il domicilio lavorativo è collocato a Milano).
Un ritorno all’esercizio della professione originaria avvenuto quasi due anni fa, dopo una vicenda giudiziaria cominciata il 5 ottobre 2016, data in cui il Tribunale penale cantonale ha condannato la donna a 24 mesi (integralmente sospesi) per reati finanziari. I fatti risalgono al 2009, anno in cui la stessa Peran segnala tre suoi assistiti, fra cui Corrado Ferlaino, storico ex presidente del Napoli di Maradona, per presunto riciclaggio. L’anno dopo, la situazione si ribalta: sono loro a puntare il dito contro di lei, colpevole, secondo gli accusatori, d’avere sottratto quasi mezzo milione di franchi, con il supporto di una società panamense di cui era amministratrice unica.
La corte riconosce colpevole l’avvocato luganese per appropriazione indebita aggravata di circa 135mila euro, ripetuta sottrazione di cose requisite o sequestrate e ripetuta coazione. Fin dall’inizio del processo, Peran si dichiara innocente e vittima di un complotto. Ricorre e, a giugno del 2019, ottiene dalla Corte d’appello di revisione penale, in buona sostanza, uno sconto di pena - da 24 a 20 mesi, sempre integralmente sospesa - e l’assoluzione per alcuni reati minori.
Nello stesso anno, viene radiata dal registro cantonale degli avvocati dalla Commissione per l’avvocatura del Tribunale d’appello. La decisione, confermata dal Tribunale amministrativo cantonale, è contestata da Peran, ma la sentenza definitiva del Tribunale federale respinge il ricorso. Poi, come scritto all'inizio, il ritorno all'esercizio della professione.
Nel suo passato, Peran vanta anche trascorsi politici. Componente della direzione della sezione luganese del PS, dopo essere stata espulsa è passata nelle fila della Lega Verde, con cui si è candidata sia al Consiglio di Stato (era stata sostituita in corsa da Giacomazzi, salvo poi essere reintegrata dal Tribunale federale) sia al Gran consiglio.
Contattata la redazione, Xenia Peran dice di non avere condanne penali e d'aver contestato la sentenza della radiazione. Aggiunge, inoltre, d'avere presentato una denuncia penale (tutt'ora pendente) alla Procura federale.