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Il sindacalista dell'Ocst, Claudio Isabella, contesta la Rivelazione della struttura dei salari (Rss) pubblicata dall'Ust
BELLINZONA - In Ticino il salario mediamo è in calo. Sono le conclusioni della Rivelazione dei salari (Rss) pubblicata dall'Ufficio federale di statistica (Ust), che attribuisce il fenomeno al basso costo della vita e alla forte presenza del lavoro frontaliero. Ma le cose stanno davvero così? «Per quello che riguarda il lavoro frontaliero, sicuramente. I lavoratori d'oltre confine sono disposti ad accettare salari di gran lunga più bassi. Questo crea un abbassamento dei livelli salariali nel nostro cantone», afferma Claudio Isabella, responsabile del settore terziario presso l'Organizzazione cristiano-sociale ticinese (Ocst).
E per quanto riguarda il costo della vita?
«Non sono d’accordo. I costi della cassa malati sono più alti in Ticino che nel resto della Svizzera. Anche a livello di tassazione non siamo messi meglio. Inoltre, in Svizzera, i prezzi nei supermercati sono uguali per tutti. È vero che costa di più bere un caffè a Zurigo che a Bellinzona, ma queste non sono spese necessarie alla sopravvivenza».
Il fenomeno influisce su tutti in maniera indiscriminata?
«Particolarmente sui giovani, che spesso non rientrano nel loro cantone d’origine dopo gli studi universitari. Ma anche sugli anziani e i pensionati che si ritrovano con rendite più basse per via delle paghe inferiori. La situazione è preoccupante. È quindi importante che si riesca ad aumentare i salari per essere concorrenziali a livello svizzero».
Il Senato italiano ha recentemente approvato l'accordo sulla tassazione dei frontalieri. Cosa ne pensa?
«Con questa tassazione sarà più difficile per le aziende andare a reperire manodopera d’oltre confine. È chiaro che questo andrà a vantaggio dei salari. Sarà quindi importante, per le aziende, investire e sarà necessario farlo nel personale.
