La deputata varesina Maria Chiara Gadda ha chiesto ai ministeri degli Esteri e dell'Economia di riaprire un tavolo negoziale con la Svizzera
VARESE - Non cessa di far discutere la questione del telelavoro dei frontalieri. Come abbiamo avuto modo di riferire ieri, l'Agenzia delle Entrate italiana ha messo nero su bianco che, a partire dal 1° febbraio, «se un frontaliere residente nei comuni di confine farà anche un solo giorno intero di telelavoro diventerà tassabile in Italia su tutto il proprio reddito».
I politici della fascia italiana di confine si sono quindi attivati, chiedendo garanzie a Roma per i lavoratori interessati. Maria Chiara Gadda, deputata varesina di Azione - Italia Viva e segretario regionale del partito di Matteo Renzi, ha presentato un'interrogazione nella quale chiede al governo Meloni d'intervenire. «Se non si rinnoverà l’accordo tra Italia e Svizzera sui vincoli legati alla presenza fisica dei frontalieri sui luoghi di lavoro, ci saranno ripercussioni sui nostri frontalieri e sarà necessaria una modifica dei flussi di lavoro e dell’organizzazione interna delle imprese che ormai, in oltre due anni e mezzo, si erano consolidati ed efficientati».
La decisione di non rinnovare l'accordo con la Svizzera, si legge ancora su Varesenews, «si trova in aperto contrasto con la posizione dell’Unione Europea, la quale ha invece prorogato fino al 30 giugno prossimo la sospensione delle implicazioni del telelavoro dei frontalieri sul piano delle assicurazioni sociali».
«Per questi motivi» aggiunge Gadda «ho chiesto ai ministri degli Esteri e dell’Economia e delle Finanze di riaprire un tavolo negoziale con la Svizzera e siglare urgentemente un nuovo accordo amichevole che, quantomeno, garantisca una nuova proroga allineata alle disposizioni contributive comunitarie, al fine di evitare che a partire dal 1° febbraio 2023 i lavoratori transfrontalieri vedano crescere la tassazione sul proprio salario in questo momento storico di grave crisi energetica e di spirale inflazionistica».