Il Movimento per il socialismo chiede, in una lettera aperta, di fare un passo indietro in merito all'aumento delle bollette di luce e gas.
BELLINZONA - In una lettera aperta ai Comuni proprietari di aziende elettriche - come Mendrisio, Lugano e Ascona tra gli altri - il Movimento per il Socialismo (MPS) chiede di fare marcia indietro sull'aumento delle tariffe elettriche e del gas dello scorso gennaio.
Secondo l'MPS, l'aumento delle tariffe - che il alcuni casi raggiunge il 40% rispetto all'anno scorso - è in gran parte dovuto alla speculazione finanziaria sui mercati dell'energia, alla quale le aziende elettriche ticinesi e i partiti che le controllano hanno partecipato per anni.
Data la situazione finanziaria delle aziende elettriche ticinesi - soprattutto quella dell'AIL di Lugano che, sempre secondo l'MPS, vanta un accantonamento di 180 milioni di franchi - l'aumento delle tariffe elettriche e del gas passate e previste per il futuro «sono ingiustificate».