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CANTONEIl duro cammino verso Isabella: «Oggi sono la donna che ho sempre voluto essere»

21.03.23 - 06:30
È tra coloro che hanno usufruito dello snellimento della procedura per cambiare sesso nel registro dello stato civile, e si racconta
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Il duro cammino verso Isabella: «Oggi sono la donna che ho sempre voluto essere»
È tra coloro che hanno usufruito dello snellimento della procedura per cambiare sesso nel registro dello stato civile, e si racconta

BELLINZONA - Complici le semplificazioni introdotte in gennaio, a fine 2022 in Ticino sono stati registrati 29 cambiamenti di sesso di cui 15 da donna a uomo e 14 da uomo a donna. Tra queste va inclusa la registrazione di Isabella C. che, sempre nel 2022 ha potuto coronare il sogno di una vita, quello di «diventare donna al 100%». E non solo sulla carta. 

Un percorso durissimo quello della 40enne di padre ticinese e madre brasiliana, ma forse finalmente in discesa, come lei stessa ci racconta. 
«Dall'età di circa 7 anni ho iniziato a rendermi conto di essere nata in un corpo che non sentivo appartenermi. Nel tempo questa idea non ha fatto altro che consolidarsi. Purtroppo la famiglia dei miei genitori ha faticato ad accettarlo e... sono finita a fare un lavoro che assolutamente non mi piaceva per potermi mantenere».

Poi cos'è successo?
«Mi sono tirata fuori da una situazione difficile. Dall'età di 16 anni fino a 7 anni fa mi sono prostituita poi, sette anni fa, ho deciso di tornare in Ticino. Ho voluto cambiare vita e ho iniziato la terapia ormonale per la transizione».

La scelta più difficile, forse, è stata quella del cambio di sesso.
«È l'intervento che mi ha permesso di essere definitivamente una donna. Eppure non è stato un passo che ho intrapreso con leggerezza. Circa 3 anni fa, con l'inizio della terapia ormonale e seguita da un endocrinologo, ho cominciato a informarmi per capire tempistiche e procedure. Seguita anche sotto il profilo psicologico dal servizio psicosociale, ho iniziato il percorso che mi ha accompagnata all'intervento».

Che immagino non sia stato l'unico.
«Mi sono sottoposta a un intervento per rendere più femminili i tratti del mio viso e mi sono rifatta il seno».

Il cambio di sesso credo sia stata l'operazione più dura e complessa. 
«Certo, non sono paragonabili. Sono stata ricoverata all'ospedale di Basilea per nove giorni e sono ad oggi ancora in convalescenza. I tempi sono lunghi, ma sta andando tutto bene».

A chi volesse affrontare questa strada cosa ti senti di consigliare?
«Innanzitutto di pensarci bene. È un passo importante e irreversibile. Bisogna essere veramente convinti che è ciò che si vuole, come è stato nel mio caso».

Una volta superata la convalescenza, questo intervento ti garantirà una vita sessuale totalmente appagante o ci sono delle limitazioni?
«Io mi sono sottoposta a un'inversione peniena, una tecnica di vaginoplastica, ma non l'unica. Praticamente dal pene creano la vagina. Ecco, con questo sistema devo dire che si riducono i tempi di convalescenza e il risultato è ottimo. Anche a livello visivo non si nota la differenza tra una "vera" e una "rifatta". Ci vorrà qualche mese prima di poter pensare di avere un rapporto, ma l'intervento garantisce di avere un organo sessuale perfettamente funzionante, anche in termini di sensibilità».

Hai subito discriminazioni?
«Specie prima degli interventi al viso e al seno. Rendere più femminili i miei tratti ha aiutato molto ad essere considerata donna dalla società».

Ora hai aggiornato anche i documenti?
«Appena è uscita la nuova legge. Oggi compaio con la mia foto da donna: Isabella, sesso femminile».

Come è stato questo cammino fino al traguardo?
«Tutt'altro che semplice. Ho dovuto affrontare traumi e fantasmi del passato. Ma era fondamentale farlo. A tre mesi dall'intervento oggi mi guardo e vedo la donna che ho sempre voluto essere. Sono finalmente felice».

 

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COMMENTI
 

Kelt 1 anno fa su tio
Non posso fare ameno di notare la pochezza degli interventi gratuitamente violenti che leggo. Ritengo che vivere ed esistere in un corpo che non riconosci come tuo sia un dramma e di una difficoltà mostruosa. Spesso vengono cacciati dalle loro famiglie e tutto il loro mondo gli crolla addosso. I loro genitori che avrebbero dovuti proteggerli ed amarli all'improvviso gli voltano le spalle come fossero dei mostri. Chi vuole sindacare nega semplicemente il dolore degli altri e dovrebbe fare attenzione perché è davvero facile che qualcun, domani, negherà il suo. Cosa pensereste se qualcuno facesse commenti violenti (chi lo ha pagato, tanto non sarai mai donna e bla bla bla) su qualcuno che non cammina ed esprime il desiderio di poter camminare? Chi si chiede chi gli ha messo queste idee in testa non ha ovviamente idea di cosa parla, come se ci potesse essere un plagio per scegliere il proprio orientamento sessuale. Senza contare che spesso gli esponenti della chiesa , di associazioni cristiane e pro-vita, e padri di famiglia etero che sostengono questo sono stati beccati a fare le cose peggiori. Chi parla di propaganda LGBT e quant'altro faccia un respiro e viva sereno. Si metta in coda coi terrapiattisti e quelli che credono agli oroscopi. Chi infine si chiede chi paga dovrebbe chiedersi chi paga anche per quegli obesi che continuano ad ingozzarsi, chi paga per i fumatori, chi paga per i bevitori, che paga per gli stressati workaholic ecc ecc. Oppure come al solito si pensa di essere esenti da categorie biasimevoli?

Duca72 1 anno fa su tio
Risposta a Kelt
Quanto impegno !

CHGordola 1 anno fa su tio
Risposta a Kelt
Se uno non cammina è perché ha un problema, e viene trattato come tale, e i diversamente abili la prima cosa che dicono è vogliamo essere trattati egualmente, accettati come gli altri, ma non vanno a dire in giro di non essere disabili. Queste persone vogliono essere trattate come persone normali anche se non lo sono: ed è un bene, è bello che ci sia diversità, ma non cadiamo nel tranello di prendere una cosa oggettiva come il proprio genere e renderlo soggettivo, con chiunque che possa dire "sono uomo o donna" anche se non lo è. Il mondo è già abbastanza confuso, non ci servono questi stimoli. Se uno vuole fare il "cambio di sesso" è libero di farlo, ma se la comunità non lo accetta perché si tratta di una forzatura del proprio corpo che spesso porta a mutilazione e si pretende che sia una cosa giusta e normale, no. Non lo è. L'omosessualità è una cosa diversa dal "sentirsi donna o sentirsi uomo", mentre adesso si vuole mettere tutto in un calderone. Riguardo a chi paga per questo o chi paga per quello come hai citato tu, beh sono cose molto differenti, innanzitutto sono tutti prodotti tassati o super tassati, seconda cosa ti stai contraddicendo, perché se uno si ingozza di cibo sta sbagliando, se uno fuma sta sbagliando (io fumo), se uno beve troppo sta sbagliando, se uno lavora troppo sta sbagliando, quello che dici tu è che uno se cambia sesso sta sbagliando, hai usato esempi sbagliatissimi per la tua tesi. Infine dici tu stesso che è una categoria biasimevole, vedi tu mi sembri molto confuso/a...

ALC 1 anno fa su tio
Risposta a Kelt
Kelt, brava/o. È bello veder che anche qui qualcuno non pensa solo alla propria felicità ma guarda in faccia alla realtà di oggigiorno. Una realtà dove smpre piu esseri viventi non devono vivere nell’anonimato, ma come tutti noi vogliono avere una vita felice. Non dimentichiamo quanti casindi cambio di sesso hanno donato una vita felice a molti. Prima di giudicare (che è sempre molto facile) cercate il significato di empatia su Google. E pensate un attimo prima di aprir bocca.

Kelt 1 anno fa su tio
Risposta a CHGordola
Per punti: Gli esempi erano chiarificatori solo per fare capire a chi non vuole/vorrebbe pagare per queste categorie che c'è un sacco d'altra gente che paga per chi, secondo loro, dovrebbe arrangiarsi avendo comportamenti, come dice lei, sbagliati e reiterati. In molti paesi queste categorie non hanno diritto alla copertura sanitaria. Punto! Chi nasce in un corpo che non sente suo, ha un problema e lo dice forte e chiaro, chiedendo infatti di poter cambiare. Se pensate che non parlino del loro dramma siete su un altro pianeta. Infine sulla loro accettazione: chiunque ha un percorso diverso desidera che gli altri non lo giudichino per quel percorso ma per la persona che è. Mi sembra normale ed umano. Su quello che accetta la comunità possiamo parlarne finché desidera. 400 anni fa era "nomale" bruciare donne sul rogo perché ritenute streghe. Tutta la comunità le riteneva tali. Ergo la verità che qualcuno pensa di avere in tasca verrà sepolta con le generazioni che pensavano fosse "immutabile".

Popi 1 anno fa su tio
È impossibile cambiare sesso

koseidon 1 anno fa su tio
3. perchè non è rimasto a vivere nel paese del lavoro che aveva scelto? 4. i pseudo interventi di cambio sesso che anche non posso cambiare il suo DNA e i suoi cromosomi XY chi li pagati?

koseidon 1 anno fa su tio
2. Chi gli a messo in testa di vendere il suo corpo per mantenersi? altri lavori normali no?

koseidon 1 anno fa su tio
la storia di una persona .stop. vera o non vera? Ho qualche domanda: pensando ai bambini di 7 anni che giocano tranquilli e vivono nella spensieratezza: 1) chi a messo quei pensieri in testa di essere in un corpo sbagliato? che tristezza.

PanDan 1 anno fa su tio
ho letto solo il titolo...il resto non mi interessa, che titolo e presumibilmente che articolone...

Emib5 1 anno fa su tio
Ecco perché spesso il blog di Tio viene definito bettola. Perché i suoi "clienti" sono persone spesso egoiste, con tutte le "verità" in tasca e insensibili a capire la sofferenza di un personrso difficile come quello della transizione sessuale. In un altro articolo ieri si è letto di un commentatore che chiedeva chi paga, qui che una donna è donna e un uomo è uomo o di propaganda da parte di non si sa bene chi, come se uno scegliesse simili percorsi come fosse una nuova *moda".

CHGordola 1 anno fa su tio
Difficile scrivere su questo tema senza sembrare misogino, razzista, omofobo, e chi più ne ha più ne metta. Pensare di essere donna dopo aver subito un'operazione di "cambio sesso" è secondo me un insulto a tutte le donne vere, basti guardare all'esempio della nuotatrice Lia Thomas (nata uomo), che ha vinto il titolo massimo di nuoto negli USA (campionato universitario femminile) dopo che per anni è stato un discreto atleta maschile. Come si fa a considerare donna un uomo e viceversa, è questo la battaglia morale che molti non riescono a comprendere, e li capisco, ed è per questo che nascono episodi di allontanamento di queste persone. Se un uomo bianco va in giro a dire "sono nero" viene preso giustamente per pazzo o come un insulto ai neri, se un anziano dice "ho 27 anni" viene preso per pazzo e ridicolizzato, un uomo che dice "sono una donna" invece va bene, non lo so, combatto ancora contro la mia moralità ad accettare questa cosa. Secondo me stiamo sbagliando tutto.

Nilo221 1 anno fa su tio
E giù di propaganda e indottrinamento lgbtqfryu+++ già di buon mattino, per inziare bene la giornata.

Marecalmo 1 anno fa su tio
Risposta a Nilo221
Nessuna propaganda o indottrinamento, solo il racconto della storia di vita di una persona. Inoltre dal titolo si intuisce chiaramente l'argomento, se questo ti fa iniziare male la giornata perchè hai letto l'articolo? Alla fine è stata una tua scelta...

Nilo221 1 anno fa su tio
Risposta a Marecalmo
Proprio perchè è un racconto sempre e solo a senso unico a casa mia sia chiama indottrinamento/propaganda. Un giornalista dovrebbe raccontare neutralmente almeno UNA volta anche il lato oscuro di questa pratica, vedi clinica più famosa chiusa a Londra, dopo aver rovinato per sempre migliaia di adolescenti. Quali lobby ci stanno dietro il giro d'affari non è tuto rosa e fiori come si vuol far credere.
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