È tra coloro che hanno usufruito dello snellimento della procedura per cambiare sesso nel registro dello stato civile, e si racconta
BELLINZONA - Complici le semplificazioni introdotte in gennaio, a fine 2022 in Ticino sono stati registrati 29 cambiamenti di sesso di cui 15 da donna a uomo e 14 da uomo a donna. Tra queste va inclusa la registrazione di Isabella C. che, sempre nel 2022 ha potuto coronare il sogno di una vita, quello di «diventare donna al 100%». E non solo sulla carta.
Un percorso durissimo quello della 40enne di padre ticinese e madre brasiliana, ma forse finalmente in discesa, come lei stessa ci racconta.
«Dall'età di circa 7 anni ho iniziato a rendermi conto di essere nata in un corpo che non sentivo appartenermi. Nel tempo questa idea non ha fatto altro che consolidarsi. Purtroppo la famiglia dei miei genitori ha faticato ad accettarlo e... sono finita a fare un lavoro che assolutamente non mi piaceva per potermi mantenere».
Poi cos'è successo?
«Mi sono tirata fuori da una situazione difficile. Dall'età di 16 anni fino a 7 anni fa mi sono prostituita poi, sette anni fa, ho deciso di tornare in Ticino. Ho voluto cambiare vita e ho iniziato la terapia ormonale per la transizione».
La scelta più difficile, forse, è stata quella del cambio di sesso.
«È l'intervento che mi ha permesso di essere definitivamente una donna. Eppure non è stato un passo che ho intrapreso con leggerezza. Circa 3 anni fa, con l'inizio della terapia ormonale e seguita da un endocrinologo, ho cominciato a informarmi per capire tempistiche e procedure. Seguita anche sotto il profilo psicologico dal servizio psicosociale, ho iniziato il percorso che mi ha accompagnata all'intervento».
Che immagino non sia stato l'unico.
«Mi sono sottoposta a un intervento per rendere più femminili i tratti del mio viso e mi sono rifatta il seno».
Il cambio di sesso credo sia stata l'operazione più dura e complessa.
«Certo, non sono paragonabili. Sono stata ricoverata all'ospedale di Basilea per nove giorni e sono ad oggi ancora in convalescenza. I tempi sono lunghi, ma sta andando tutto bene».
A chi volesse affrontare questa strada cosa ti senti di consigliare?
«Innanzitutto di pensarci bene. È un passo importante e irreversibile. Bisogna essere veramente convinti che è ciò che si vuole, come è stato nel mio caso».
Una volta superata la convalescenza, questo intervento ti garantirà una vita sessuale totalmente appagante o ci sono delle limitazioni?
«Io mi sono sottoposta a un'inversione peniena, una tecnica di vaginoplastica, ma non l'unica. Praticamente dal pene creano la vagina. Ecco, con questo sistema devo dire che si riducono i tempi di convalescenza e il risultato è ottimo. Anche a livello visivo non si nota la differenza tra una "vera" e una "rifatta". Ci vorrà qualche mese prima di poter pensare di avere un rapporto, ma l'intervento garantisce di avere un organo sessuale perfettamente funzionante, anche in termini di sensibilità».
Hai subito discriminazioni?
«Specie prima degli interventi al viso e al seno. Rendere più femminili i miei tratti ha aiutato molto ad essere considerata donna dalla società».
Ora hai aggiornato anche i documenti?
«Appena è uscita la nuova legge. Oggi compaio con la mia foto da donna: Isabella, sesso femminile».
Come è stato questo cammino fino al traguardo?
«Tutt'altro che semplice. Ho dovuto affrontare traumi e fantasmi del passato. Ma era fondamentale farlo. A tre mesi dall'intervento oggi mi guardo e vedo la donna che ho sempre voluto essere. Sono finalmente felice».