Ospedali di valle: dopo che il dottor Martinoli ha "ritirato" l'iniziativa, ecco le speranze di Giuliana Colombini, membra del comitato.
ACQUAROSSA/ FAIDO - «Siamo nell'incertezza». Giuliana Colombini, membra del comitato per l'iniziativa popolare "Per cure mediche e ospedaliere di prossimità", resta in attesa. Sono passate diverse settimane da quando il dottor Sebastiano Martinoli, primo firmatario, ha manifestato al Consiglio di Stato l'intenzione di volere ritirare la stessa iniziativa. Una mossa, la sua, che aveva scatenato la delusione di parte dei membri di comitato. Nel frattempo in Valle di Blenio e Leventina l'amarezza è rimasta. Perché per quell'iniziativa mandata al Governo erano pur sempre state raccolte 14.000 firme.
«Avremmo preferito aspettare» – «Io non ho tradito nessuno», aveva dichiarato lo stesso Martinoli a Tio/20Minuti in un'intervista rilasciata a fine febbraio. Lui che era stato scelto come primo firmatario anche per la sua enorme competenza. «È stato in un certo senso individualista – sostiene Giuliana Colombini, membra del comitato –. Nel corso dell'ultima assemblea a novembre si era deciso di chiedere al Dipartimento Sanità e Socialità (DSS) delle ultime precisazioni. Quindi di temporeggiare. Di valutare bene il compromesso proposto dal Cantone. Martinoli ha avuto fretta e non si sa perché».
«Una rete fragile» – Il vero nodo della questione sta nel mantenimento di un primo soccorso attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 negli ospedali di valle (Acquarossa e Faido). Impensabile per Martinoli e le sue fonti. Colombini invece ha un'altra visione della situazione: «Il DSS propone un servizio di primo Soccorso aperto 7 giorni su 7 gestito in maniera complementare ai servizi della rete sanitaria della regione. Frase che lascia scetticismo e non molta chiarezza. Sappiamo tutti che questa rete è fragile, che i medici di famiglia scarseggiano e che sono già oberati di lavoro. Vogliamo attirare nuovi residenti in valle. Ma la gente ha bisogno di rassicurazioni in caso di eventuali emergenze. Nelle valli ci sono anche diversi villeggianti e operai di grandi cantieri».
Il problema dei costi e la doccia fredda – Un vero primo soccorso tuttavia ha dei costi importanti. A fronte di uno o due casi di emergenza a settimana. «Lo sappiamo che ci sono dei costi. Dipende anche dall’organizzazione da parte del primario». Martinoli al momento rimane membro del comitato. E rispedisce ogni critica al mittente. «La sua scelta per il comitato è stata una doccia fredda. Quello che ha fatto è comunque legale», ammette Colombini. I malumori nelle valli tuttavia non si sono placati. «Ora guardiamo avanti e speriamo in un proficuo iter politico».