Fermare il traffico, per il clima. La voce di Francesca, di Renovate Switzerland: «Siamo all'ultima spiaggia»
LUGANO - «Per noi non è un piacere bloccare le strade. Sarebbe più bello e facile fare una petizione, una marcia, o semplicemente sbattersene, ma siamo all’ultima spiaggia».
Usa parole tanto chiare quanto decise Francesca Considine di Renovate Switzerland, il gruppo di attivisti che ha fatto parlare molto di sé quando a Pasqua ha bloccato l'autostrada prima del tunnel del S. Gottardo, provocando ulteriori code in una giornata già difficile a livello viario.
«Scegliamo la resistenza civile perché è l’ultima spiaggia, l’ultima risorsa che ci rimane per far fronte a questa situazione, tanto urgente quanto critica» spiega l’attivista a Tio/20 Minuti, riferendosi chiaramente all'emergenza climatica.
«Non ci siamo»
Poche settimane fa Renovate ha fatto una serata di presentazione in Ticino, per spiegare la propria causa e per trovare nuovi membri. Il Ticino sarà toccato da blocchi o manifestazioni di questo tipo? È possibile, d'altra parte anche qui, come in altri luoghi, gli attivisti vogliono «sensibilizzare i concittadini e mettere pressione sul Governo». Anche perché ciò che si sta facendo finora (ad esempio la legge in votazione a giugno, o il PECC), «sono dei piccoli passi nella direzione giusta, però non bastano. Non ci siamo».
Cosa vorrebbero invece concretamente gli attivisti? «Abbiamo due richieste: che il governo svizzero riconosca la gravità della situazione e dichiari l’emergenza climatica e che dimostri al popolo svizzero di aver capito quanto è seria la situazione, proponendo un piano urgente e immediato di risanamento termico degli edifici entro il 2030». Una misura che è già in corso «ma va avanti ma con ritmi insoddisfacenti: si finirebbe nel 2100, decisamente troppo tardi». Si tratta di misure «necessarie, logiche e fattibili: non stiamo chiedendo una rivoluzione del sistema o qualcosa di utopico».
Questione d’odio
Quando si parla delle manifestazioni del gruppo Renovate o di altre azioni di disobbedienza civile, giungono alla mente anche insulti e parole d'odio: non sono pochi, infatti, i messaggi d’astio che vengono espressi nei confronti di chi blocca le strade. Francesca si sente odiata? «Non particolarmente. Chiaramente capita durante le azioni quando le persone sono comprensibilmente arrabbiate, ma al di fuori di ciò quando mi trovo a discutere con la gente spesso mi dicono “è giusto quel per cui vi battete, i modi però...” e si finisce per avere discussioni rispettose e costruttive».
In ogni caso, chi ne ha bisogno ha a disposizione un aiuto. «A Renovate, per chi possa avere delle difficoltà, abbiamo un sistema di sostegno psicologico/emotivo con psicologi e altri esperti a disposizione», aggiunge la giovane attivista. Ma come mai c'è chi reagisce con così tanta rabbia? «Da un lato perché diamo fastidio quando blocchiamo la strada, visto che ci intromettiamo nella quotidianità. D'altra parte anche perché sbattiamo in faccia alle persone la gravità della situazione: ricordiamo loro la verità scomoda che ci troviamo tutti in un'emergenza e che non stiamo agendo abbastanza per assicurarci un futuro degno di essere vissuto».
«Siamo troppo piccoli? Discorsi infantili»
Per quanto riguarda le critiche rivolte a chi si batte a favore del clima, ad esempio che Ticino o Svizzera siano troppo piccoli per contribuire davvero, Francesca le trova «come uno di quei discorsi infantili che le madri facevano ai figli: "Se tutti fanno i pecoroni, non devi farlo anche tu”. È vero che la Svizzera è piccola, ma siamo responsabili del 2% delle emissioni mondiali». Inoltre, per Francesca, «tutti i grandi cambiamenti sono iniziati con qualcuno che ha fatto il primo passo, facendo partire un effetto domino. Ad esempio il diritto di voto alle donne è cominciato in Inghilterra, e pian piano ha fatto il giro del mondo. In quel caso lì noi siamo stati uno degli ultimi tasselli a cadere, questa volta potremmo essere uno dei primi, e fare da esempio».
A proposito di esempi, Francesca è vegetariana da qualche anno, non prende più l’aereo e compra capi di seconda mano. «Sono gesti che tutti possono fare, ma a mio parere è inutile nascondersi dietro a un dito e dire “faccio queste cose dunque sono brava”». In che senso? «Non credo che questo mio comportamento abbia davvero avuto un impatto importante, per questo è fondamentale che le autorità agiscano al più presto».