Persi duecentomila clienti in tre anni: ma gli operatori si mostrano fiduciosi e credono in una piena ripresa. Anche in Ticino.
LUGANO - Nuovi sport e altri modi di provvedere al proprio benessere psico-fisico, i centri fitness H24 a tariffa agevolata, ma anche la tendenza - sempre più marcata - a crearsi la propria "homemade-gyms" nella taverna di casa o in un angolo del proprio appartamento: possono essere solo alcune delle ragioni che stanno dietro al tempo di crisi che attraversano le tanto e molto amate (forse non più come una volta) palestre.
La fuga dei clienti: in duecentomila non hanno rinnovato l'abbonamento - Il periodo "post-bellico" del Covid ha lasciato sul terreno numeri poco confortanti e almeno 200mila persone in meno (rispetto al 2019) alla fine del 2022 non hanno rinnovato il proprio interesse (oltre che l'abbonamento) nei centri fitness: i frequentatori sono infatti scesi da 1,4 milioni a 1,2 milioni (dati Swiss Active). E in tutta la Svizzera - sempre alla fine di dicembre del 2022 - erano state già un centinaio le strutture che avevano chiuso i battenti.
La lenta ripresa del Ticino - Jürg Heim è il delegato per la Svizzera italiana della Federazione svizzera dei centri fitness e di salute: lui un'idea precisa di come vanno le cose nel "ramo" e del perché vanno in un certo modo, ce l'ha. E per tirare le fila del suo ragionamento torna proprio al periodo sanitario "bellico" della pandemia.
«In Svizzera vi sono diversi centri che hanno dovuto chiudere in seguito alle restrizioni imposte dallo Stato, al calo dei soci e agli aiuti insufficienti e alla mancata riduzione delle pigioni durante i periodi di chiusura e di attività ridotta - spiega - purtroppo solo alcuni proprietari immobiliari hanno capito la situazione e concesso dei condoni e delle riduzioni della pigione in misura anche molto importante (anche oltre il 50%)».
«Manca all'appello almeno un 20% di clientela» - Poi la luce dei riflettori di questa riflessione si sposta sul Ticino. «Durante questo periodo si è registrata la chiusura di 4 centri fitness e di salute. Dal 2019 a oggi abbiamo assistito anche a un aumento della concorrenza con l'apertura di diversi nuovi centri in Ticino che mette a dura prova gli imprenditori del settore che danno un grande contributo a livello di salute pubblica. La situazione nel settore - argomenta Heim - è sì in ripresa, ma ha bisogno di maggiore supporto, ad esempio con una campagna di promozione promossa dal Cantone come era stato fatto per gli esercizi pubblici».
E seppur «negli ultimi anni la maggior parte dei centri fitness e di salute della Svizzera italiana ha registrato un ritorno di molti soci rispetto al 2020, anno in cui le perdite sono state molto ingenti», attualmente i centri fitness in Ticino «hanno raggiunto di nuovo un livello tra il 70% e il 90% dei soci rispetto al 2019, pertanto in media manca ancora circa un 20% di chi praticava prevenzione e si allenava in un centro fitness e di salute fino al 2019. I risultati ufficiali a livello nazionale - chiarisce - sono un po' più incoraggianti della Svizzera italiana, che denota qualche maggiore difficoltà di ripresa».
Difficoltà - secondo Heim - anche legate anche al fatto che «gli operatori hanno dovuto rimborsare gli aiuti avuti durante la pandemia. Servono incentivi per un vero rilancio». Nell'attesa «la Federazione Svizzera dei Centri Fitness e di salute, per offrire un'ulteriore opportunità e aiutare i centri fitness nella ripresa, ha creato l'applicazione Fitworx che permette ai soci di una palestra che ha aderito a Fitworx, di allenarsi gratuitamente in tutta la Svizzera e offrire così un servizio anche superiore alle catene di centri fitness» afferma il delegato per il Ticino di FSCFS. «Anche perché - argomenta - per tenersi in forma in un centro di qualità e con istruttori e personal trainer qualificati è fondamentale. Tenersi in forma con il fai da te è chiaramente un rischio per chi non ha le competenze necessarie - ricorda - infatti sia a livello amatoriale che sportivo, una preparazione professionale riduce di moltissimo i rischi di infortuni e lesioni».
«Maggiori investimenti nella prevenzione primaria grazie all'esercizio fisico significa risparmiare miliardi a livello di cure mediche» - Poi si sofferma sul rapporto stretto tra i benefici dell'attività fisica e quelli delle ricadute economiche sulle casse della sanità: «Il settore fitness e di salute - ricorda - è fondamentale a livello di salute pubblica e va incentivato con tutti i mezzi possibili. L'esercizio fisico regolare ha grandissimi benefici sia nella cura che nella prevenzione di praticamente tutte le patologie, tra cui quelle cardiovascolari, oncologiche, respiratorie e psichiche. Con un maggiore investimento nella prevenzione primaria grazie all'esercizio fisico - è convinto - si potrebbero risparmiare miliardi a livelli di cure mediche e ospedalizzazioni, ridurre i costi delle casse malati e soprattutto garantire una migliore qualità di vita alla popolazione».
L'aria che tira dentro i luoghi del fitness - Ma che aria tira - non solo economicamente parlando - dentro i luoghi del fitness? Tania Garzoli, della palestra Belady, ci dice che «dopo la pandemia abbiamo girato un anno a vuoto e solo da dieci mesi siamo tornati a regime. Che non significa avere colmato lo spread, perché il problema sono le rate degli aiuti di Stato che dobbiamo pagare con gli interessi e le tariffe drasticamente basse dei grandi gruppi». Ma l'altra nota dolente - confermando quanto detto dal referente FSCFS Ticino - «è il fatto di non essere riconosciuti dalla politica come categoria pro-salute, il cui lavoro in pochi sanno dà una grossa mano a ridurre le ospedalizzazioni, facendo risparmiare un pò di soldini alle casse pubbliche».
La direttrice di A-Club, centro fitness di Savosa, Simona Malagoni: «Nessuno lavora più al regime di prima: ma a settembre prevediamo un forte rilancio» - Per Simona Malagoni, la direttrice di A-Club, centro fitness in quel di Savosa, la realtà è che «nessuno lavora più al regime di prima ma noi prevediamo un forte rilancio per settembre. La gente - dà un'anticipazione - sta comprando gli abbonamenti già da diverse settimane. Non c'è più la paura delle chiusure da Covid che frenavano le sottoscrizioni. E quando sento parlare di Ticino in lenta ripresa - argomenta - non si tiene conto che qui noi abbiamo una clientela diversa rispetto al resto della Svizzera, molto più esigente: i nostri clienti vogliono un certo servizio e sanno che qui da noi lo trovano e sono ben consci che il prezzo dell'abbonamento che stanno pagando garantirà loro quello di cui necessitano».
Malagoni fa presente che addirittura «sono aumentate le richieste per il servizio di personale trainer, a dimostrazione che chi si iscrive nel nostro centro vuole essere guidato da professionalità di un certo tipo. Noi, le confesso, non subiamo minimamente la concorrenza delle grandi catene che offrono prezzi stracciati, perché la nostra clientela non è quella da H24 in spazi anche ridotti. Noi operiamo su 6.000 metri quadrati di struttura, è una cosa ben diversa da chi lo fa in trecento/quattrocento».
«Eccessiva offerta rispetto al bacino di utenza» - C'è chi parla di un'eccessiva offerta rispetta al bacino di utenza. È il caso di Fit Lab. Mauro è il responsabile di questa struttura. La premessa è inequivocabile: «Ci sono troppe strutture e il mercato è saturo». E se si aggiungono i pacchetti discount «forfettari e bassissimi di alcuni centri dove vai all'orario che vuoi senza controlli o un personal trainer» il dado della crisi di settore è tratto.
«In questo periodo c'è un calo - ammette - e le ragioni possono essere diverse: la gente fa attività all'aperto, diversifica la tipologia del proprio esercizio fisico, ma è evidente che la concorrenza a prezzi stracciati mette in difficoltà chi ha ancora una concezione "one to one" e personalizzata del training come la nostra. Ci aspettiamo comunque una risalita per i prossimi mesi».
Le campagne "acchiappaclienti": quella per i frontalieri - In un mercato molto "aggressivo" dal punto di vista concorrenziale servono ogni volta delle nuove strategie "acchiappaclienti" e campagne mirate: a Fit Lab ne hanno messa in piedi una dedicata ai frontalieri. «Esatto - conferma Mauro - considerato il tempo che trascorrono in fila dentro le loro auto, anche un'ora e mezza, gli proponiamo una cosa salutare e semplice: passare mezz'ora da noi ad allenarsi!» Costo del pacchetto? «Dieci franchi ad allenamento con personal trainer e piano nutrizionale inclusi».
I centri H24 e le offerte a prezzi "appetibili" - C'è chi invece punta tutto sulle aperture ventiquattro ore su ventiquattro: è il caso del marchio NonStopGym che offre «allenamenti di alta qualità a un prezzo conveniente, aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7» si legge in un lancio promozionale sbandierato sul loro sito.
Gli abbonamenti annuali costano 49 franchi al mese «e danno accesso a tutti i club NonStop Gym. Trentanove franchi al mese per l’accesso solo ai club NonStop Gym in Ticino» scrivono.
La corsa all'offerta più eccezionale da piazzare sul piatto dei tanti amanti di cyclette, bilancieri e manubri è solo all'inizio: il mercato freme e attende ogni volta di cogliere solo l'occasione economica più propizia per le proprie tasche.