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CANTONETicinesi senza una casa

29.09.23 - 08:31
Sono più di 100 le persone che, annualmente, in Ticino, sono temporaneamente senza fissa dimora o in condizioni di emergenza alloggio.
Ti-Press archivio
Ticinesi senza una casa
Sono più di 100 le persone che, annualmente, in Ticino, sono temporaneamente senza fissa dimora o in condizioni di emergenza alloggio.

BELLINZONA - Non dormono in strada, ma sono senza una casa e chiedono aiuto alle istituzioni. Sono circa 120/150 all'anno le persone che, in Ticino, sono temporaneamente senza fissa dimora o in condizioni di emergenza alloggio. I numeri, forniti dalla Divisione dell’azione sociale e delle famiglie (DASF) del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), descrivono una parte fragile e forse poco visibile della nostra società. «Circa due terzi delle persone - spiega la Divisione del DSS - sono residenti in Ticino, di cittadinanza svizzera o con un regolare permesso di soggiorno. Non si segnala un aumento di richieste da parte di giovani, ritenuto che in ogni caso eventuali minorenni che chiedono aiuto vengono ascoltati e accolti nell’ambito dei provvedimenti di protezione speciale».

I centri di prima accoglienza - Attualmente i centri specifici orientati alla prima accoglienza sono tre: casa Astra a Mendrisio, con 23 posti letto disponibili; Casa Martini a Locarno, con 16 posti letto e Casa Marta a Bellinzona, che aprirà prossimamente e disporrà di 20 posti letto più due appartamenti in grado di accogliere, sempre temporaneamente, dei gruppi familiari. «A queste strutture occorre aggiungere la disponibilità di alcune pensioni, distribuite su tutto il territorio cantonale, ad accogliere temporaneamente delle persone in difficoltà inviate dai servizi sociali cantonali e comunali. In particolare, le pensioni possono accogliere persone che non sono in grado di affrontare una quotidianità in luoghi di vita collettiva». Se una persona ospitata non è in grado di assumere i costi di vitto e alloggio, «gli uffici cantonali preposti, sulla base di specifici accordi di collaborazione, sono garanti per assicurare il minimo vitale necessario».

Nessuno dorme in strada - A differenza di quanto capita, per esempio, nella vicine città di frontiera (Como su tutte), sono pressoché inesistenti le persone che vivono in strada: «Può occasionalmente succedere - spiega la DASF - che delle persone dormano una o più notti all’aperto in quanto in transito nel nostro Cantone e senza risorse finanziare sufficienti per accedere a una pensione. Quando queste persone sono intercettate dalla polizia, vengono informate (e talvolta accompagnate) sull’esistenza dei centri indicati. La pandemia, stando agli elementi attuali, non ha inciso: «Non disponiamo di elementi che ci possano permettere di stabilire un nesso col peggioramento delle condizioni delle persone senza fissa dimora». Al contrario, «le difficoltà di spostamento a causa delle prescrizioni hanno contribuito a ridurre in parte il numero di persone confrontate con questo genere di situazioni. Anche nel periodo post pandemico non si segnala una recrudescenza del fenomeno».

«Assenza o rottura dei legami famigliari» - Non esiste una classifica dei motivi che portano le persone a “cadere” in uno stato di fragilità. Come sottolinea sempre la DASF, il denominatore comune è l’assenza o la rottura dei principali punti di riferimento affettivi e solidali, solitamente i legami familiari.
«Per quanto ci è dato a sapere, nel nostro Cantone le persone non “scelgono” di vivere senza fissa dimora; trovarsi in tali situazioni è la conseguenza di una serie di fattori, sovente connessi e cumulati, quali ad esempio lo sfratto esecutivo, la separazione, l’indebitamento, in ogni caso confrontati con una crisi, una rottura, come detto con i principali legami affettivi e familiari».
Marco D’Erchie, operatore presso casa Astra, sottolinea come una società sana dev’essere in grado «d’integrare e garantire ai propri cittadini pari diritti, opportunità e dignità. E la dignità è data anche dal lavoro».

 

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COMMENTI
 

M70 1 anno fa su tio
"..la dignità è data anche dal lavoro.." appunto! cosa che per i ticinesi non è scontata! quando poi le istituzioni aiutano gli altri prima dei propri cittadini è tutto dire.

Voilà 1 anno fa su tio
Risposta a M70
Il problema è che da noi avere debiti è il peggior reato, abbiamo gente condannata per malversazioni varie in politica, anche negli esecutivi, ma chi ha dei precetti o attestati di carenza beni non lo fanno lavorare nemmeno i comuni, come fa quindi uno ad uscirne?

macello22 1 anno fa su tio
Risposta a M70
e se poi vieni pure licenziato da una clinica luganese privata a causa di un operazione, sei ancora più nella m, già pagavano "molto" 2800-3000 chf puliti al mese, quindi ora in disoccupazione non danno nulla, ma loro non hanno il minimo sindacale da rispettare?

Elveg 1 anno fa su tio
Tanti commenti, veri e non…ma il problema qui é il sistema che non funziona…conosco persone con 50 anni e più che sono purtroppo restati senza lavoro e da lì sono condannati a morte…lavori non ne trovano se non lavori pagati da fame che non possono nemmeno dar da mangiare ai figli e la disoccupazione non fa nulla per farli assumere tanto dopo c’é l’assistenza….é il sistema sbagliato!!! Poi che ci sia il furbo di turno non lo metto in dubbio…ma ovvio che il datore di lavoro prende colui che costa meno danneggiando si colui che ha pagato imposte e tasse per anni dicendogli sei vecchio!!! IL SISTEMA DEVE CAMBIARE!!!!!

Webster 1 anno fa su tio
Risposta a Elveg
Hai perfettamente ragione! Il sistema LPP è iniquo perché più invecchi più paghi con la scusa che più sei vecchio aumenta la parte assicurativa in caso di decesso. Quindi anche il datore di lavoro deve pagare di più. Dovrebbero spalmare il tutto sul periodo contributivo e non in funzione dell'età.

Voilà 1 anno fa su tio
Risposta a Webster
Esatto Webster, mai sentito nemmeno un accenno ad un correttivo malgrado il problema sia sotto gli occhi di tutti.

Voilà 1 anno fa su tio
Un conoscente rimasto senza casa per varie vicissitudini, anche se riluttante, si è presentato ai servizi sociali, gli hanno detto che loro non possono fare nulla, gli hanno dato l'indirizzo dell'ufficio che si occupa di trovare alloggi per gli ucraini... Non aiutano in alcun modo e non si offrono come eventuali garanti.

tormar 1 anno fa su tio
La situazione peggiora sempre di più. Viviamo in un ambiente sociale malato. Nn vogliamo provarci di nulla. Si fa il passo più lungo della gamba e capita spesso di cadere e non rialzarti più.

Pocahontas 1 anno fa su tio
Continuiamo a dare soldi agli altri che così risolviamo questa piaga!!

Tracy 1 anno fa su tio
È scritto nell'articolo Ticinesi, non rifugiati o stranieri!!

Capra 1 anno fa su tio
Ci sono anche i furbacchioni! Questi naturalmente mai evidenziato …

Mamy 1 anno fa su tio
Ci devono essere più controlli da parte delle autorità per scoprire chi vuole fare il furbetto. Poi per fortuna esistono strutture come quelle presenti nell articolo.

sly 1 anno fa su tio
Poi ci sono quelli che per sfruttare l'assistenza in pieno vivono insieme ma hanno domicili diversi (fittizi). Persone stra segnalate ai servizi predisposti ma incapaci di agire. Fare ordine a livello sociale e gli alloggi saltano fuori per tutti

Voilà 1 anno fa su tio
Risposta a sly
sly, la regola è che i controlli ci sono, anche sui conti correnti, purtroppo, come in tutte le cose, c'è sempre il furbo che la fa franca danneggiando gli onesti.

Koblet69 1 anno fa su tio
Nn esiste che per i rifugiati si trovi sempre una soluzione. I residenti devono sempre avere la priorità!

Capra 1 anno fa su tio
Risposta a Koblet69
Koblet69! Poco informato ….non è una novità!!!!

PazzoSgravato 1 anno fa su tio
Risposta a Koblet69
Ma dove hai letto in questo articolo che si parla di rifugiati?

Dan1962 1 anno fa su tio
I sogna aiutarli non esistono solo i rifugiati
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