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CANTONE«16 giorni di attivismo contro la violenza di genere»

07.11.23 - 11:15
La campagna comincerà il 25 novembre e terminerà il 10 dicembre.
Depositphotos (deeblue)
Fonte Dipartimento delle Istituzioni
«16 giorni di attivismo contro la violenza di genere»
La campagna comincerà il 25 novembre e terminerà il 10 dicembre.

BELLINZONA - Tra il 25 novembre, giorno in cui ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e il 10 dicembre si terrà anche quest’anno la Campagna mondiale denominata “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, alla quale anche il Canton Ticino ha aderito l’anno scorso per la prima volta.

La partecipazione alla campagna è una delle misure previste dal Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica del Consiglio di Stato, un documento strategico e operativo allo stesso tempo, che mira a rendere strutturale il sistema di prevenzione e di contrasto alla violenza domestica.

I 16 giorni di attivismo prenderanno avvio proprio il 25 novembre con la “Giornata cantonale per la lotta alla violenza domestica”, che si svolgerà a Bellinzona. Proseguiranno con iniziative organizzate sia dalle Istituzioni che dalla Società civile, partner fondamentale per la sensibilizzazione della popolazione. L’offerta di eventi è molteplice ed è indirizzata a diversi ambiti e a un pubblico di riferimento ampio e diversificato, che comprende specialisti e professionisti che agiscono in tale ambito, studenti e docenti e, più in generale, la popolazione tutta.

Tutti gli eventi previsti nell’ambito della Campagna, comunicati alla Divisione della giustizia, sono stati raccolti in un Flyer, che verrà ora ampiamente diffuso. Il programma è anche consultabile sul sito www.ti.ch/violenza domestica.

Parallelamente proseguono le attività legate all’implementazione della Convenzione di Istanbul sotto il coordinamento della Divisione della giustizia del Dipartimento delle istituzioni. Un aggiornamento in tale ambito verrà presentato alla stampa il 21 novembre alle 10.30.

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COMMENTI
 

Minestracalda 1 anno fa su tio
Se denunci, viene convocato in polizia per un “verbale” poi torna a casa e ti finisce perché l’hai denunciato… se finisci in ospedale ed arriva la polizia e racconti cosa è successo, l’AFP ti toglierà i figli perché è colpa tua se li metti in queste situazioni, è colpa tua se vieni picchiata …probabilmente hai un disturbo mentale, o ti droghi, o sei alcolista.. (secondo le Arp) da vittima passi per colpevole , vieni sottoposta a sfiancanti perizie genitoriali, psichiatriche, test del capello, delle urine, ecc… tutto perché hai osato chiedere aiuto ed hai cercato di salvarti la pelle… così poi finisce che si sta zitte, e poi, si finisce come si finisce… se poi non hai un lavoro o lo hai perso a causa delle continue assenze per le botte, ma guarda caso il marito/compagno ha una buona posizione lavorativa tu automaticamente diventi il difetto, la parte sbagliata, quella sacrificabile per riempire i dossier delle Arp…

Ilariaaa 1 anno fa su tio
Anche se se ne parla ci saranno sempre le autorità pronte a silenziare le vittime e sostenere gli aggressori. É così da decenni. Se subisci violenze e osi dirlo verrai punita in più modi, soprattutto se hai figli grazie alla filosofia della maggior parte delle ARP. Costa meno lavoro distruggere una persona già compromessa piuttosto che proteggerla. E a meno che non muori non puoi provarle le violenze nella stra grande maggioranza dei casi. Nemmeno se finisci in ospedale. É triste ma é così.
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