Lo chiede un'interpellanza presentata da Roberta Soldati (Udc) e Sem Genini (Lega).
BELLINZONA - Con l'entrata in vigore dal primo novembre delle nuove disposizioni per l'abbattimento preventivo del lupo, già il canton Grigioni si è attivato chiedendo alla Confederazione di poter abbattere alcuni esemplari di predatore.
E il Ticino, cosa intende fare?
Lo chiede un'interpellanza sottoposta al Governo cantonale e co-firmata da Roberta Soldati (Udc) e Sem Genini (Lega) che evidenziano come la questione sia della massima urgenza, in quanto «la tempistica per l’inoltro della domanda è molto ristretta. Lo scoramento degli allevatori, l’abbandono della professione da parte di diversi e l’intenzione di altri di abbandonare, oltre alla decisione di alcuni di non annunciare più gli attacchi e le perdite, impone di fornire loro un’informazione sulle iniziative che il Dipartimento intende prendere, in considerazione del fatto che l’abbattimento è permesso per soli 2 mesi».
«I dati delle predazioni avvenute nella stagione 2023 (finora più di 130 capi, senza contare i dispersi) sono allarmanti e diversi allevatori sono rosi dal dubbio se continuare o cessare la loro attività. La presenza di nuovi cuccioli sul territorio cantonale (zona Monte Tamaro e Gradiccioli, Val Colla) è sinonimo della presenza di branchi sempre più numerosi e questo contribuisce a creare incertezze sull’evolversi della situazione futura», continua il testo che chiede all'Esecutivo:
1. Se è stato fatto un censimento dell'attuale presenza del lupo in Ticino, e qual è l'entità della stessa.
2. Se è prevista l'intenzione di attivarsi per un abbattimento proattivo verso l'Ufam. Se sì, quando e dove. Se no, quali sono i motivi.
3. Se sono stati consultati gli allevatori e/o le associazioni di categoria.
4. Se si sta procedento alla selezione di gruppi di cacciatori che possano coadiuvare i guardiacaccia nelle procedure di abbattimento.
5. Se il Cantone ritiene opportuno procedere per la regolazione «dei numerosi esemplari di lupi vaganti e non attribuibili a branchi stanziali».