EFAS "quasi" promosso. Pius Zängerle, direttore di curafutura: «Meno notti in ospedale. Il Cantone sosterrà gli interventi ambulatoriali».
BELLINZONA - Quattordici lunghi anni di dibattiti. E ora il Parlamento svizzero ha accettato il finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie. Il cosiddetto EFAS. Tradotto: almeno un miliardo di franchi all’anno risparmiati. In teoria addirittura tre. Premesso che la votazione finale non è ancora avvenuta, Pius Zängerle, direttore di curafutura, una delle due associazioni mantello che raggruppa diverse casse malati svizzere, tira un sospiro di sollievo.
Sembrate quasi vicini alla meta. Come si sente?
«Molto bene. Siamo stati in prima linea nel concepire questa soluzione e nel promuoverla. Anche il termine EFAS è farina del nostro sacco. Si tratta del progetto più rilevante in termini di costi dall’entrata in vigore della LAMal».
Si dice che spingendo le cure ambulatoriali si potranno risparmiare da 1 a 3 miliardi all'anno. Come è possibile?
«Negli ultimi decenni il progresso medico ha fatto passi da gigante. Numerosi interventi possono essere realizzati con qualità ottime senza degenze ospedaliere. Gli interventi ambulatoriali costano molto meno rispetto a quelli combinati con almeno una notte in ospedale».
Come possiamo dire che curarsi ambulatorialmente (e a casa) ha comunque la stessa qualità?
«I progressi della medicina permettono oggi di garantire la qualità a livello ambulatoriale tanto quanto a livello stazionario. Anzi. In ospedale vi sono talvolta rischi maggiori che, a parità di qualità della prestazione, sarebbe meglio evitare. Penso soprattutto alle infezioni».
I modelli alternativi, come quello “del medico di famiglia”, già oggi riducono le ospedalizzazioni.
«Tuttavia per la cassa malati e l’assicurato i trattamenti ambulatoriali, seppur meno costosi, erano finora completamente a loro carico. Con il finanziamento uniforme risparmieranno entrambi. E più gente verrà così indotta a scegliere questi modelli alternativi».
Facciamo un esempio pratico.
«Pensiamo a un’ernia: operata in forma stazionaria costa in media 4'750 franchi, di cui la cassa malati paga il 45%, ossia 2'142 franchi. Se operata in forma ambulatoriale costa 3'032 franchi. Una somma coperta interamente dalla cassa malati, che dunque dovrà aumentare ulteriormente i premi. Una situazione che non è nell’interesse né degli assicuratori né del paziente. Il contributo del Cantone al trattamento ambulatoriale sosterrebbe entrambe le parti».
Ma con questo sistema non si rischia di mettere troppe spese sulle spalle dei Cantoni?
«Il Cantone ridurrebbe la sua partecipazione alle cure stazionarie dall’attuale 55% a circa il 26%. Contribuirebbe però con la stessa percentuale anche al sostegno delle cure ambulatoriali. I valori assoluti di questa riforma sono neutri: i Cantoni non pagano di più. Sul lungo termine però ci sono effetti positivi per tutti poiché gli interventi fatti a livello ambulatoriale costano meno».