La procuratrice pubblica vuole qualcun altro a presiedere il processo sulla vicenda del padre che sparò al figlio ad Agno.
LUGANO - C'è maretta nella giustizia ticinese. La procuratrice pubblica Margherita Lanzillo ha infatti richiesto la ricusa del giudice Mauro Ermani in un processo programmato alle Assise Criminali di Lugano il prossimo mese di febbraio. L'istanza, tuttora pendente alla Corte dei reclami penali, sarebbe stata inoltrata - come rivelato da La Regione poiché Ermani sarebbe «prevenuto» nei confronti della pp.
La richiesta, spiega il quotidiano bellinzonese, nasce dal tormentato rinnovo delle cariche in seno al Ministero pubblico del 2020, nel quale la Lanzillo (con altri quattro colleghi) fu inizialmente "bocciata" dal Consiglio della magistratura prima di venir "riscattata" e "promossa" dalla Commissione parlamentare Giustizia e diritti, dal Gran Consiglio e successivamente pure dal Tribunale d'appello.
Il processo - Il dibattimento per cui la Lanzillo ha chiesto la ricusa del giudice Ermani è quello che ha come imputato principale un padre 50enne che nell'agosto del 2022 sparò con un fucile a canne mozze al figlio ad Agno. L’uomo, che dal giorno della sparatoria si trova in detenzione preventiva, alla sbarra dovrà rispondere di tentato assassinio (subordinatamente tentato omicidio) e di infrazione alla Legge federale sulle armi.
Parole dure - Un processo importante, per il quale la procuratrice ha chiuso l’inchiesta l’estate scorsa, che è stato affidato al giudice Mauro Ermani che da tempo non si occupava più di dibattimenti che vedevano nel ruolo dell'accusa Margherita Lanzillo. Secondo il giornale, tutto ruota attorno alla rielezione dei pp, nella quale il giudice aveva denigrato (anche pubblicamente) il lavoro della Lanzillo.
Il messaggio inopportuno - In questa vicenda e nel rapporto "non idilliaco" tra Ermani e alcuni pp rientra pure il caso del messaggio WhatsApp inviato dallo stesso Ermani al Procuratore generale Andrea Pagani, nel quale il giudice avvertiva di «trattare bene» una sua collaboratrice stretta che si era candidata alla carica di procuratore. «Se no ricomincio a parlare male di voi» (ovvero del Ministero pubblico).
Caso politico - Un WhatsApp, quello inviato dal giudice al PG, che era diventato (anche) un caso politico con Matteo Pronzini che aveva fatto partire un'inchiesta «per un possibile reato penale» commesso da Ermani. Inchiesta che era poi stata chiusa da un luogo a procedere firmato dal procuratore generale sostituto Andrea Maria Balerna.
Commenti sessisti - Tutte queste vicende rientrano nell'istanza di ricusa. Ma non sono le uniche. Perché Lanzillo nella sua richiesta - precisa La Regione - avrebbe fatto leva anche su alcune dichiarazioni pubbliche «pretestuose», dal «tenore rancoroso» e «frutto di opinioni personali» del giudice e su «alcuni pesanti commenti sessisti» espressi pubblicamente da Ermani nei confronti della pp.