Processioni Storiche: abolito il trucco dei mori. Tra la gente parecchia amarezza. Uno dei più delusi è il veterano Eliano Petraglio.
MENDRISIO - «Sono deluso. Ci penso giorno e notte». Eliano Petraglio, 72 anni, continua a rimuginare dopo la decisione del Consiglio di Fondazione delle Processioni della Settimana Santa di Mendrisio. Dall'edizione 2024 sarà abolito il trucco dei mori. Nel nome dell'inclusività e del rispetto. Tradotto: o quel ruolo sarà interpretato da vere persone di colore, oppure semplicemente da persone che non avranno più il trucco scuro in faccia.
Otto comparse per un polverone – Otto personaggi. Quattro a cavallo e quattro a piedi. Rappresentano la “corte” di Re Erode Antipa, Tetrarca della Galilea. Otto personaggi che, involontariamente, hanno scatenato un polverone. Si è parlato di "blackface". Si sono ipotizzate pressioni da parte dell'Unesco, del cui patrimonio le processioni fanno parte. È stata citata una presunta intervista censurata dalla SRF a una ragazza "camuffata" che interpretava un moro.
Caso politico – «Io devo dire la verità – sospira Petraglio –. Di tutte le spiegazioni fornite dalla Fondazione, nessuna mi ha convinto. Non ho ancora capito adesso il motivo di tutto questo. Parlare di razzismo per una messa in scena teatrale è assurdo». Nel frattempo la questione è anche diventata un caso politico. Lo testimonia la recente interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato dal parlamentare Stefano Tonini.
Una strana etichetta – Ma Mendrisio come si sente con l'etichetta del politicamente corretto stampata addosso ormai da giorni? Tio/20Minuti ha raccolto alcune testimonianze in un video. Ed è stato praticamente impossibile trovare qualcuno, tra la popolazione, che appoggiasse la scelta della Fondazione. «I trucchi dei mori? Io non mi offenderei di certo», dice una ragazza di colore, originaria dell'Etiopia. La sua mamma adottiva è esplicita: «Il trucco non è un problema».
«Bisogna sempre stare attenti a cosa si dice» – Alla risottata del borgo incontriamo due mamme. «La tradizione deve continuare così come andava avanti da anni», sostiene la prima. La seconda aggiunge: «Questo politicamente corretto un po' mi tormenta. Bisogna sempre stare attenti a cosa si dice. Adesso è un po' troppo secondo me».
Cosa è più discriminante? – «Trovo più discriminante non pitturare le facce dei mori, piuttosto che pitturarle», fa notare un volontario del carnevale cittadino. «Ho sempre frequentato le processioni. Sin da quando ero ragazzina. Perché bisogna cambiare ora?», si chiede una donna in coda per ricevere il risotto.
La pittura della discordia – Eliano Petraglio intanto ci porta al convento di San Giovanni. È da lì che partono le processioni. Ed è lì che sono custoditi travestimenti e trucchi. In un armadietto c'è un barattolo con la pittura nera che ormai è stata bandita dalla manifestazione. «La usiamo da una decina d'anni. Prima c'era una crema teatrale. Ai tempi invece si faceva ricorso al tappo di sughero bruciato. Io spero davvero che la Fondazione faccia un passo indietro».
«Situazione grottesca» – «Se dicessi quello che penso, finirebbe male – sottolinea un giovane politico –. La trovo una cosa indecente e grottesca. Se con una tradizione così lunga nessuno si è mai posto il problema, tranne a quanto pare la Fondazione, direi che il problema non esiste».
Le domande non si placano – Mentre nel frattempo la Fondazione ha lanciato l'appello a partecipare come comparse anche a eventuali persone di colore, la gente di Mendrisio continua a porsi domande. «Anche in altre manifestazioni i personaggi sono dipinti», puntualizza un signore. «Questa storia non esiste – conclude stizzita una signora –. Per me nelle processioni ci devono essere i mori. Questa polemica non ha senso».