La produzione energetica da fonti sostenibili e locali viene indicata come l’unica via percorribile.
BELLINZONA - La notizia di ieri, 6 marzo, che indicava come il Consiglio degli Stati fosse aperto all'idea di costruire nuove centrali nucleari in Svizzera sta inevitabilmente facendo discutere. La richiesta, contenuta in un postulato di Thierry Burkart (PLR/AG) approvato dal plenum, ha immediatamente innescato un diluvio di reazioni.
Netto il giudizio dei Verdi Ticino che si schierano contro. «Che la volontà popolare venga rispettata. La produzione energetica da fonti sostenibili e locali è l’unica via percorribile per garantire un approvvigionamento energetico continuo, indipendente e sicuro, senza gravare sull’ambiente e sulle future generazioni», l'esordio della loro presa di posizione che poi si concentra sul postulato che è «in netto contrasto con la volontà popolare che, approvando la legge sull’energia nel 2017, ha chiaramente espresso la volontà di una politica energetica che vietava la costruzione di nuove centrali nucleari».
Inoltre, un altro elemento evidenziato è che le centrali nucleari «sono tra le più vecchie del mondo e presentano già ora un rischio. Uno sfruttamento a lungo termine non deve andare a scapito della sicurezza del Paese. Infine, il postulato ignora gli sviluppi del XXI secolo. Le centrali nucleari rappresentano già oggi un rischio per l'approvvigionamento elettrico. Inoltre esse non saranno pronte per il funzionamento prima di 20-25 anni».
Altro fattore riguarda le nuove tecnologie di reattori che «esistono solo sulla carta e ancora per decenni non saranno disponibili su scala industriale. Le nuove centrali nucleari sono inoltre difficilmente sostenibili dal punto di vista finanziario e andrebbero a scapito dell'espansione delle energie rinnovabili. Tutte le principali aziende fornitrici di energia in Svizzera si sono chiaramente impegnate a eliminare gradualmente il nucleare».
Anche le scorie radioattive non scompariranno, indipendentemente dal tipo di reattore utilizzato. «Anche dopo oltre 50 anni di energia nucleare in Svizzera, non abbiamo trovato un modo sicuro per smaltire le scorie radioattive. Il capitolo dell'energia nucleare deve essere quindi chiuso al più presto», si conclude il documento.