I fatti, il rapporto incompleto, il presunto abuso di potere, gli atti parlamentari di Dadò e Sergi e il contrattacco della Lega: il punto
C'è un caso sull'incidente che ha coinvolto il consigliere di Stato Norman Gobbi, nel senso che da giorni se ne parla. Ma forse non c'è un caso sull'incidente che ha coinvolto Gobbi, nel senso che allo stato attuale dei fatti pare non configurarsi quell'abuso di potere ipotizzato nell'atto parlamentare inoltrato al Governo, il 13 marzo scorso, da Fiorenzo Dadò.
L'incidente in questione, lo ricordiamo brevemente, risale alla notte tra il 13 e il 14 novembre scorso, nelle vicinanze dell'area di servizio di Stalvedro. La dinamica dell'accaduto è stata confermata dallo stesso ministro leghista - «L’incidente non l’ho provocato io, ma è accaduto perché un veicolo ha lasciato la corsia di emergenza immettendosi in quella di scorrimento senza accorgersi che stavo sopraggiungendo: l’impatto, pur con la prudenza dovuta, è stato inevitabile» - che ha in seguito chiamato la polizia.
Per il resto, nessuno si è fortunatamente fatto male, i test probatori sul tasso alcolemico non hanno rilevato alcuna irregolarità e il secondo conducente ha riconosciuto le proprie responsabilità.
Un punto da chiarire rimane
Tutto in ordine quindi? Ni. Sebbene non sembrino esserci elementi che dimostrino un eventuale abuso di potere, qualcosa di anomalo, come scrive oggi la Domenica, quella notte è accaduto. Il rapporto redatto dopo l'incidente appare infatti incompleto. Chi lo ha compilato avrebbe infatti indicato il coinvolgimento di una sola vettura; e non si tratta di quella di Gobbi. E anche sull'effettiva dinamica del sinistro, il rapporto non indicherebbe alcuna informazione specifica. Per quale motivo? Dimenticanza, leggerezza o altro? L'interrogativo va ad aggiungersi alla, lunga, lista di quelli presentati da Dadò, a cui ha fatto seguito una seconda interpellanza - questa volta firmata da Giuseppe Sergi per l'MPS - che "punge" la Polizia cantonale in materia di «trasparenza e informazione», per non aver risposto alle sollecitazioni della stampa.
«Come da prassi, dato che sulla questione è pendente un atto parlamentare, al momento non ci esprimiamo, nemmeno in termini generali», aveva dichiarato in merito a laRegione Renato Pizzolli, responsabile della comunicazione della Polizia cantonale. Una linea ribadita anche dal comandante Matteo Cocchi oggi sulle pagine del domenicale: «Risponderemo nelle sedi opportune», per dirla in estrema sintesi. Tutte le risposte sono quindi rinviate alla prossima tornata parlamentare.
La Lega contrattacca: «Petardi fradici»
Infine, sulla vicenda si è espressa oggi anche la Lega dei Ticinesi. Il contrattacco da via Monte Boglia è stato sferrato dalla prima pagina del domenicale leghista, che accusa il presidente cantonale del Centro di lanciare «petardi fradici» in vista delle prossime elezioni comunali. «Un esercizio che si commenta da sé: la raccolta di cicche su un incidente automobilistico [...], poi trasformate in una chilometrica interpellanza [...] farcita di domande che oscillano tra il surreale e il ridicolo», tuona il Mattino della domenica, che à côté se la prende infine anche con la stampa che ha dedicato spazio al caso.
Ma tornando alla vicenda, il domenicale mette in fila i fatti: «Gobbi non ha provocato l'incidente, ma è stato urtato da un altro veicolo; Gobbi ha chiamato la polizia; il tasso alcolemico di Gobbi era nei limiti consentiti. In altre parole: il nulla». E poi punta l'indice: «Visto però che le elezioni comunali si avvicinano, ecco che su questo nulla si tenta di imbastire una shitstorm contro il "ministro" leghista. Nell'ovvio tentativo di danneggiare politicamente anche il Movimento di cui Gobbi è coordinatore a interim».