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Aveva 67 anni. A lui si devono importanti inchieste giornalistiche. Addio a un uomo incredibilmente appassionato del suo mestiere.
LOCARNO - Addio a Lillo Alaimo, anima de "Il Caffè della domenica". Il noto giornalista si è spento la scorsa notte nella sua abitazione di Cannobio. Aveva 67 anni.
A metà degli anni '90 con l'editore Giò Rezzonico aveva creato il miracolo de "Il Caffè", settimanale con sede a Locarno che tanto ha dato al giornalismo ticinese ed elvetico in generale. Settimanale che ha terminato la sua gloriosa avventura nel 2021, praticamente in concomitanza con il pensionamento di Lillo Alaimo.
«Per Lillo il Caffè era come un figlio», ricorda a tio.ch lo stesso Rezzonico, molto amareggiato per la scomparsa dell'amico ed ex collaboratore.
Alaimo aveva una passione sfrenata per il suo mestiere. Trascorreva ore e ore in redazione. Curando minuziosamente ogni dettaglio. Aveva una predisposizione particolare per l'approfondimento e per l'inchiesta giornalistica.
Proprio ad Alaimo si devono diverse importanti inchieste. Tra cui quella che costituì il nucleo del libro "Il boss e il giudice", dove si racconta l'amicizia tra il napoletano Gerardo Cuomo e l'allora presidente del Tribunale penale cantonale Franco Verda, entrambi condannati a Lugano per corruzione.
Nato in Sicilia, ha avuto esperienze alla Stampa e al Giorno prima di arrivare in Svizzera all'inizio degli anni '80. In Ticino Alaimo è stato anche ai vertici de L'Altra notizia, nonché vicedirettore de laRegione e dell'Eco di Locarno. Dopo essere andato in pensione aveva collaborato anche con Ticinonline per un breve periodo.
Stando a laRegione, attorno alle cinque del mattino di oggi, venerdì 29 marzo, Alaimo avrebbe avuto un malore. All'arrivo dei soccorsi tuttavia l'ex direttore del Caffe era già deceduto.
