Separazioni turbolente in aumento in Ticino. In crisi anche le coppie più “rodate”. Ne parliamo con chi si occupa di mediare fra le parti.
LOCARNO - Oliver e Barbara Rose sono due nomi di finzione ben noti però agli amanti del cinema. Sono infatti i protagonisti di un film “La guerra dei Roses” che fa della crisi di coppia e del relativo divorzio - tra litigi, ripicche, dispetti e anche qualcosa in più - il tema centrale della pellicola.
Una riflessione dallo humour nero che però tocca con mano una problematica reale e sempre più diffusa: la conclusione - turbolenta - di una relazione. Forse il finale amaro del film si sarebbe potuto evitare se, nella disputa, fosse intervenuta una persona esterna capace di far ragionare i contendenti.
Una figura come quella del mediatore, nata anche in questo caso negli Stati Uniti, che sta iniziando a rivestire un ruolo sempre più importante anche in Ticino per dirimere e appianare divergenze in apparenza insanabili tra le mura domestiche, sia che si tratti di coppie in procinto di divorziare che di coppie in crisi.
Dati - E le richieste di aiuto sono in aumento: «Nel 2023 i Consultori Coppia e Famiglia (a Mendrisio e Locarno), hanno prestato 4’124 ore di consulenza nei vari ambiti dei servizi da noi offerti, trattando 491 casi. Erano 3 mila le ore in passato», spiega l’avvocato Carlo Rezzonico dell’associazione Centro Studi Coppia e Famiglia (CSCF) fondata nel 1990 per volontà di un gruppo di professioniste dell’ambito sociale e giuridico, dopo aver constatato l’aumento vertiginoso di divorzi altamente conflittuali.
Casi - E proprio le fattispecie di quanti si rivolgono a tale servizio fotografano una società in costante mutamento. Accade così che un 60enne «all’improvviso ha realizzato di non avere più nulla da condividere con la compagna, dopo che i figli si sono sistemati - racconta un caso l’avvocato - e quindi ha sentito la necessità di cambiare visto che con la moglie ormai si “conosce troppo”. Ci ha così confidato come volesse una nuova chance di vivere un'esistenza diversa, non routinaria, frizzante, vista anche la sempre più longeva previsione di vita».
Ci sono poi anche i casi di coppie che ha tanto desiderato un figlio ma poi quando «arriva devono rivedere, come una rivoluzione, tutte le abitudini, gli equilibri, e iniziano così a litigare anche per tutti quei motivi latenti che in precedenza non emergevano», racconta.
O ancora, la coppia che non riesce a gestire l'irruenza delle famiglie di origine, o «il cambio di personalità del figlio divenuto adolescente e che quindi chiede un intervento di consulenza genitoriale. Oppure la madre divorziata che crede, dopo la separazione dall'ex marito, di non poter più trovare un nuovo partner per una relazione sentimentale».
Infine i casi ancor più delicati di genitori separati che chiedono aiuto perché «l'ex partner ora convive con un/a nuovo/a compagno/a che quindi frequenta anche i miei figli»
La situazione attuale - Si sta assistendo a un cambiamento di mentalità da parte soprattutto di avvocati e giudici, «perché si rendono sempre più conto del vantaggio di poter affrontare i problemi con persone (i partner) che vanno d'accordo, piuttosto che avere in aula coppie litigiose, soprattutto in presenza di figli (minorenni). In quest'ottica collaboriamo anche nel gruppo di lavoro del Cantone per lo studio sull'attuazione del progetto COCHEM in Ticino che permette, grazie al coinvolgimento di tutte le parti interessate, di trovare il più delle volte delle soluzioni per cui un genitore non debba attendere mesi o anni per poter visitare i figli», conclude l'avvocato.