Sono in crescita i bimbi con un elevato quoziente intellettivo che, se non individuati, rischiano di essere visti come "problematici"
A un anno Nora (nome di fantasia) ha cominciato a parlare e a 4 era già in grado di leggere e scrivere in autonomia. La piccola è un esempio di bimbo ad alto potenziale cognitivo, ovvero con un QI di almeno 130. Un piccolo genio in erba che però, se non individuato e compreso, rischia di trovarsi in possibili problemi soprattutto nella regolazione emotiva.
A raccontare la conclusione della storia è la famiglia di Nora. «La maestra si è accorta di queste caratteristiche e insieme si è provato a differenziare l’offerta scolastica per valorizzare la bimba. All’inizio della seconda elementare, però, abbiamo ricevuto moltissimi richiami per il comportamento di nostra figlia».
Si decide così di ricorrere al docente di sostegno pedagogico perché la bambina comincia a mostrare insofferenza ed è annoiata perché conosce già gli argomenti e la didattica appare ripetitiva. Una sera, quasi per caso, i genitori scoprono in televisione cosa si intende per alto potenziale cognitivo e vanno privatamente da uno specialista, poiché la scuola li avverte di una lista d’attesa molto lunga.
La ragazza ha un QI di 128 ma non interpretabile (fattore che può accadere) ma un valore IAG di 140 e riceve formalmente una diagnosi ad alto potenziale cognitivo.
«La maestra però non riconosce le caratteristiche di Nora per cui, sebbene nella diagnosi ci sia scritto di applicare delle strategie, non viene fatto nulla sostenendo che ci sono bambini con neurodivergenze e problemi più gravi da gestire». L’anno successivo cambia la docente che mostra sensibilità verso l’alto potenziale, tanto da presentare alla classe degli approfondimenti sulle passioni di Nora. Ma ancora una volta l’anno successivo cambia insegnante e purtroppo la situazione peggiora, tanto che la bimba viene considerata come strana, goffa e solitaria.
Definizione - Innanzitutto va detto come per «alto potenziale cognitivo si intenda una neuro divergenza che si manifesta in maniera multifattoriale. C'è una dissincronia tra il lato cognitivo e il lato emotivo, il QI deve essere almeno di 130. Le altre caratteristiche sono generalmente pensiero fluido, facilità di assorbimento delle informazioni, competenze logico-matematiche, ipersensibilità, difficoltà relazionali con i pari ma non con gli adulti. Hanno sempre bisogno di imparare cose nuove, spesso conoscono già i contenuti che vengono spiegati in classe. Accade che se gli allievi con APC non vengono stimolati possono manifestare comportamenti devianti fino ad arrivare a malesseri psicofisici come per esempio ansia, attacchi di panico, malesseri psicosomatici. Sono a rischio di born out e di abbandono scolastico» spiega Giovanna Bagutti formatrice dell'apprendimento, specializzata in didattica per bambini e ragazzi ad alto potenziale cognitivo e titolare di Ti aiuto (supporto scolastico per bambini e ragazzi con neurodivergenze come DSA, ADHD, Autismo e disturbi del linguaggio).
Numeri - E i numeri del fenomeno sono alti: la percentuale in Ticino è variabile «tra il 2-5% degli allievi, anche se non esiste ancora una ricerca a tappeto. Si può comunque ipotizzare che in ogni classe sia presente un allievo ad alto potenziale cognitivo», dice la tutor che in merito al caso di Nora spiega proprio come «la noia possa far scatenare dei comportamenti devianti rispetto le norme scolastiche. Se il QI non è interpretabile, ma il valore IAG è di almeno 130 allora il soggetto secondo le direttive cantonali deve essere considerato a tutti gli effetti APC, prevedendo così una differenziazione scolastica»
La proposta - E Giovanna ha deciso di creare qualcosa per questi bambini. Si tratta di GIFTED. «Il mio desiderio è creare un ambiente stimolante dove i bambini possano sprigionare i propri potenziali e talenti. Per questo motivo ho deciso di ideare dei doposcuola specializzati solamente sull'APC a Balerna e Luganese dove i bambini possono condividere le loro passioni, socializzare ed imparare i metodi di studio e i diversi processi attraverso esperienze sensoriali e progettuali. Il doposcuola si chiamerà Gifted, termine inglese che significa plusdotato».