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VALLEMAGGIACome una valanga ha fermato un film. Ma ora di nuovo tutti sul set

12.07.24 - 18:00
Iniziano lunedì le riprese del film rimandate per il maltempo. La produttrice Michela Pini: «Negli occhi le scene di quei giorni»
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Come una valanga ha fermato un film. Ma ora di nuovo tutti sul set
Iniziano lunedì le riprese del film rimandate per il maltempo. La produttrice Michela Pini: «Negli occhi le scene di quei giorni»

LAVIZZARA - Si parte. L'avventura di "Becaaria", il nuovo film di Erik Bernasconi, sospesa a causa del maltempo avrà inizio lunedì prossimo (15 luglio). Il primo ciak verrà dato negli stessi luoghi martoriati dal violento nubifragio di cui restano ancora i segni. «Abbiamo deciso di non andare via - spiega Michela Pini - ovviamente abbiamo dovuto sostituire alcune location, ma il film si girerà tra queste vallate».

Dove la produttrice e la troupe erano arrivati già agli inizi di giugno. «Ti dirò che ero venuta qui già l'anno scorso a febbraio, a organizzare appartamenti, hotel, location - ricorda - e quel famoso e terribile sabato gli attori e gran parte dei tecnici erano già arrivati in valle, questi ultimi con il nostro camion delle luci, perché la domenica è difficoltoso ottenere i permessi per consentirne la circolazione».

Di quel camion, fatto inizialmente parcheggiare vicino alla pista del ghiaccio e "dissoltosi" poi nella tempesta, Pini racconta che «è rimasta solo la targa. Non è mai più stato ritrovato» a sottolineare la violenza con cui è stato trascinato via dalle acque rigonfie del fiume.

La troupe quella notte alloggiava in differenti abitazioni. «Il nostro "campo base" dove avevamo piazzato il nostro ufficio di produzione era dentro a questo hotel chiuso che si trova a Prato Sornico e che abbiamo affittato per il periodo delle riprese. Lì lavoravamo, avevamo stabilito i nostri uffici e potevamo anche contare su una lavanderia per i costumi. Nelle stanze sopra i dormivano i nostri attori più giovani e il nostro stagista del suono».

Pini e altri della troupe si trovavano invece alla Casa della Lucertola a Bignasco.

«Quando alle sei del mattino ci siamo svegliati ci siamo resi conto che non c'era più elettricità, che non c'era più acqua, che i telefoni non funzionavano e c'era solo sempre il segno delle chiamate di emergenza - ricorda quei momenti - siamo scesi per strada, abbiamo capito che il fiume era passato sopra a tutti i ponti. Abbiamo chiesto notizie dei nostri a Prato Sornico ma le voci che ci arrivavano erano che la pista del ghiaccio era andata distrutta. Il nostro ufficio di produzione era lì vicino».

La produttrice racconta che «poi siamo saliti sù per raggiungere i nostri. I pompieri ci hanno fatto attraversato la frana. Ci è venuto incontro un signore del Municipio di Lavizzara che ci ha subito tranquillizzati, dicendoci che nella notte avevano tirato fuori dalle finestre tre persone dall'hotel e quindi a quel punto abbiamo tirato un sospiro di sollievo».

Da quel momento la produttrice e i suoi collaboratori - in attesa di sapere la sorte dei loro piani cinematografici - si danno da fare per dare una mano agli abitanti della valle. «Siamo andati ad aiutare i contadini a girare il formaggio, che sembra una cosa stupida, ma loro avevano altre cose da fare, non avevano tempo per farlo. E poi ci siamo messi a spalare il fango da dentro le case, una nostra attrice brava in arrampicata è andata con un contadino a cercare le sue capre che erano scomparse».

Le costumiste «hanno fatto la spola tra qui e Locarno o Lugano per andare a portare in lavanderia i vestiti di scena e i costumi anni '70 cosparsi di fango visto che bisognava risparmiare l'acqua» ricorda Pini. «Ci siamo sentiti parte di qua - afferma - ci sentiamo parte di qua ed è per questo che il film resta in Vallemaggia».

Il primo ciak dunque lunedì mattina. «Sì, si inizia - conferma - e staremo qui fino al 23 agosto». C'è ancora disponibilità - fa sapere la produzione - per chi volesse provare l'esperienza del set e di cimentarsi come comparsa. Per coerenza storica con l'ambientazione della pellicola (siamo nel Ticino degli anni '70), le figure ricercate non devono avere piercing, tatuaggi, apparecchi visibili e possibilmente con capelli non rasati o tinti. Vengono accettate persone di ogni età e anche coloro che sappiano giocare a calcio per formare una squadra multigenerazionale maschile (15-35 anni).



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