Dopo la tempesta, la rinascita del Grotto Sala. La testimonianza di chi non si è lasciato scoraggiare.
LOSTALLO - Messo in ginocchio dal nubifragio, che lo scorso mese di giugno ha flagellato la Mesolcina, Roberto Giudicetti ha deciso di rialzarsi. Dopo lo shock iniziale il proprietario del Grotto Sala di Lostallo, distrutto da fango e detriti, si è rimboccato le maniche e si è messo al lavoro. «Non ho mai pensato di gettare la spugna», ci ha confidato lo stesso Giudicetti. «Chiaramente all’inizio ha prevalso un po’ lo sconforto. Ma non mi è mai passata per la testa l’idea di chiudere definitivamente. È un grotto che deve assolutamente riaprire e stiamo lavorando per renderlo possibile».
La rinascita però dovrà seguire diverse fasi e soprattutto dovrà adeguarsi ai tempi di ricostruzione di tutta la valle. Ma andiamo con ordine. I giorni più impegnativi sono stati i primi che hanno seguito il disastro. «All’inizio abbiamo dovuto svuotare tutti i locali da fango e melma. Ora tutto si è rallentato un po’. Bisogna aspettare che sistemino la discarica che stanno costruendo nel comune. Solo allora le ruspe potranno tornare a togliere tutti i detriti che si sono accumulati nell’area del grotto». Il motivo dei ritardi? «Stanno aspettando che tutto sia sistemato, così da non trasportare due volte lo stesso materiale».
Attorno a Giudicetti si è stretta un'intera comunità. «La solidarietà non è mancata. È un luogo di ritrovo, la gente viene qui volentieri. Anche il comune mi è stato vicino. Anzi, è proprio dal comune che ho ricevuto la prima spinta per rimettermi al lavoro. Anche se, come detto, non ho mai pensato di rinunciare».
Lo sguardo però è già al futuro. «L’obiettivo è di riuscire ad aprire il grotto il prima possibile. È la nostra urgenza. Però non è facile. Gli artigiani sono molto impegnati e non hanno tempo. Ma il prossimo passo sarà quello di aggiustare le finestre, le porte e le pareti che sono crollate».
Ormai per quest’anno la stagione è persa. «Il grotto non riuscirà a riaprire. All’inizio pensavo di riuscire a sistemarlo prima della fine della stagione. Ma ora ho capito che sarà molto difficile. In ogni caso per il 2025 saremo pronti».
Nel giardino invece è tutto da rifare. «Non rimane più niente. Ormai dovremo ricostruire tutto. Ho paura che le piante secolari che fanno ombra al grotto possano seccare e morire. Mi spiace soprattutto per i tavoli di marmo. Erano storici e ci hanno accompagnato fin dai tempi dell’apertura».
La fiducia insomma non manca. «Ricostruiremo questo luogo di ritrovo, forse ancora più bello di quanto era prima».