Domenica 25 agosto, dopo le ultime repliche è calato il sipario.
ARZO - Si è conclusa con un grande successo la ventiquattresima edizione del Festival internazionale di narrazione di Arzo. Inarrestabile è la notte, l’edizione con cui si è sperimentata la nuova veste serale del festival, ha spento le luci e calato il sipario domenica 25 agosto, dopo le ultime repliche.
Un festival serale, quello del 2024, che ha portato le sue spettatrici e i suoi spettatori in mondi altri, di qui e d’altrove, complici le luci del tramonto e le atmosfere della notte. Il pubblico lo ha seguito numeroso e con entusiasmo, confermando la centralità e il ruolo del festival, un punto di rifermento fondamentale nella programmazione estiva del territorio, ma non solo. Il festival anche quest’anno ha infatti dimostrato di non essere solo una rassegna teatrale: a partire dal territorio ha costruito ponti, relazioni, alleanze, ampliando i pensieri e creando una comunità viva, attiva e partecipe che non solo continua, ma cresce nel tempo.
Particolarmente significativa è stata la collaborazione con la Fabbrica di Ospitalità che ha presentato il suo lavoro sia in una discussione aperta con il pubblico sia con un’installazione in una corte. L’installazione, una stanza in scala 1:1 di un centro d’accoglienza, ha attivato una riflessione sull’ospitalità che ha sollevato questioni che non riguardano pochi, ma coinvolgono tutti.
Nelle serate di festival si è potuto conoscere artisti nuovi e ritrovare volti amati nelle precedenti edizioni (tra i tanti Irene Serini, Laura Sicignano, Mario Perrotta, Carullo-Minasi, Oscar De Summa) in una proposta artistica di qualità, che ha intercettato alcune delle voci più interessanti del panorama teatrale italiano.
Le tematiche in scena sono state molteplici: si è affrontato il tema della perdita, con una proposta per l’infanzia e una per il pubblico adulto; si è parlato di libertà e autodeterminazione; si sono vissute le vicende di giovani anarchici e di operatori di uno dei campi profughi più grandi al mondo; si sono ascoltate tante storie grandi e storie piccole, al contempo personali e di tutti.
Ma non solo. Il pubblico ha potuto farsi trasportare dalla fantasia su isole, in case stregate, tra castori, in mondi magici. Anche quest’anno, però, lo sguardo più attento è stato quello diretto a questo mondo, per quattro serate costantemente pensato, raccontato, immaginato. Per seguire da vicino il Festival e non perdersi le principali novità è possibile iscriversi alla newsletter (festivaldinarrazione.ch).