Tra i più potenti al mondo, oggi è stato inaugurato al CSCS di Lugano alla presenza di Guy Parmelin
LUGANO - Dalle simulazioni sulla climatologia allo studio di malattie e nuove cure, dalle previsioni meteorologiche allo studio di come si è creata la Terra. Sono alcune delle ricerche scientifiche rese più semplici e possibili grazie ai supercalcolatori, diventati oggigiorno uno strumento indispensabile per la scienza: consentono infatti di poter condurre esperimenti riducendo notevolmente tempi e costi.
Questo sabato al Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS) di Lugano è stata inaugurata la nuova infrastruttura di calcolo ad alte prestazioni "Alps", uno dei supercomputer più potenti al mondo. Presenti all'evento, il consigliere federale Guy Parmelin e i presidenti del consiglio dei Politecnici federali e dell'ETH di Zurigo.
Come spiega il vicedirettore del CSCS di Lugano, Michele De Lorenzi, a tio.ch: «Alps è il successore di Piz Daint, computer del CSCS messo in funzione nel 2012, allargato e potenziato a più riprese. Ma ora è giunto il momento di far spazio a una nuova generazione di supercomputer». E mentre il suo antenato era stato battezzato con il nome di una montagna del Canton Grigioni, il nuovo supercalcolatore con quello dell'intero arco alpino, evocativo della sua potenza.
Professore, in cosa si differenzia dal suo predecessore?
«Rispetto alla macchina precedente abbiamo un aumento della potenza di calcolo pari a venti volte. Per quanto concerne l’hardware, è l’ultima generazione della macchina HPE. Usiamo poi dei processori grafici di ultima generazione Nvidia che permettono di essere molto veloci ed efficienti dal punto di vista energetico. A livello mondiale siamo stati tra i primi centri a implementarli per il supercalcolo: una scelta che nel tempo ci ha dato ragione».
A cosa serve?
«Il nostro mandato consiste nel mettere a disposizione una grande potenza di calcolo a ricercatrici e ricercatori in Svizzera. Grazie ad Alps possono essere svolti degli esperimenti, simulando il mondo reale. In questo modo si permette alla scienza di progredire più rapidamente».
Può farci qualche esempio concreto?
«Sono diversi i campi di applicazione. Tra gli altri la climatologia, per capire come si evolverà il clima sulle Alpi e a livello mondiale, e quindi formulare soluzioni per intervenire con dei provvedimenti mirati; la biologia, per approfondire al meglio patologie o avanzare nella cura di malattie. E, ancora, per studiare la nascita dell’universo».
Alps sarà anche al servizio di MeteoSvizzera, che ruolo avrà?
«Mettendo a disposizione delle risorse di calcolo molto potenti, sarà possibile fare delle previsioni del tempo molto accurate e precise. Non avranno bisogno di utilizzare tutta la macchina, bensì solo di una piccola porzione molto efficiente».
Che ruolo darà il supercomputer alla Svizzera nel settore dell’Intelligenza artificiale (AI)?
«Apre sicuramente un nuovo mondo per il settore della ricerca elvetica e dell'industria nel campo dell'intelligenza artificiale. Punta a dare un accesso diretto alle risorse di calcolo in questo campo, altrimenti molto difficile da avere. Grazie agli studi fatti con Alps, si potrà comprendere meglio come utilizzare l'intelligenza artificiale a favore di tutta la società».
Alps si trova non solo a Lugano, ma anche in altre località: per l'esattezza a Losanna, Villingen e Bologna. Come mai questa scelta?
«Innanzitutto per migliorare la qualità del nostro servizio, in relazione alla possibilità di interruzioni dell’elettricità per temporale o penuria energetica. Questo sistema consente inoltre di connettersi con altri centri, dove sono a disposizioni grandi quantità di dati, il fattore necessario per poter fare i calcoli. Alps permette, come nel cloud computing, di creare degli ambienti virtuali privati dove gli utenti possono lavorare indipendentemente. Uno sviluppo reso possibile grazie a queste nuove tecnologie e ai sistemi gestionali elaborati dai nostri ingegneri».