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LUGANOBeffa atroce: caparre da mille franchi svanite nel nulla

26.09.24 - 06:30
La situazione colpisce diversi studenti universitari. L'intermediario dell'agenzia si sarebbe intascato i soldi. L'amarezza del titolare.
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Beffa atroce: caparre da mille franchi svanite nel nulla
La situazione colpisce diversi studenti universitari. L'intermediario dell'agenzia si sarebbe intascato i soldi. L'amarezza del titolare.

LUGANO - Caparre da circa mille franchi l'una svanite nel nulla. E così diversi studenti universitari restano beffati. È un vero giallo quello che colpisce vari giovani dell'USI. Cinque i casi accertati che terminano tutti con lo stesso epilogo: cioè col proprietario degli appartamenti che colpevolizza un suo collaboratore nel frattempo sparito chissà dove.

Un addio amaro – A essere vittime del fenomeno sono soprattutto studenti italiani, o comunque stranieri. Arrivano in Ticino. Versano la caparra, restano per un determinato periodo di studio e al momento dell'addio si ritrovano a non riavere più indietro la somma che avevano dato come garanzia.

Di che agenzia si tratta – L'agenzia immobiliare in questione è iscritta al registro cantonale di commercio, possiede diversi appartamenti nel Luganese. L'intermediario si farebbe versare la caparra sul suo conto privato. Per poi non riversarla sul conto co intestato del proprietario della ditta. Stessa cosa con le pigioni.

Lettere raccomandate – «Adesso abbiamo inviato una raccomandata al proprietario – racconta un ormai ex inquilino –. E così hanno fatto altri due miei conoscenti. Abbiamo diritto a riavere quei soldi». Un altro giovane aggiunge: «L'agenzia ci ha detto che l'intermediario non è più un collaboratore attivo. E che devono fare dei controlli per capire. Manca chiarezza».

Il dettaglio inquietante – La cosa strana è che i due nostri interlocutori sono a conoscenza di un dettaglio inquietante. «Il famoso intermediario – dice uno dei due studenti –, mentre veniva dato per disperso, continuava a dialogare via cellulare con una nostra amica, anche lei in un appartamento a Lugano e anche lei senza caparra restituita. Quindi l'intermediario non è sparito. Abbiamo le prove».

«Siamo stati raggirati anche noi» – Contattato da tio.ch il titolare dell'agenzia spiega la situazione: «La prima vittima del raggiro è la nostra azienda purtroppo. Effettivamente questo intermediario è sparito. L'avevamo assunto come responsabile della gestione degli appartamenti. All'inizio lavorava bene. Poi si è perso. Abbiamo disdetto il rapporto di lavoro con lui a fine aprile».

Ha continuato a lavorare anche dopo il licenziamento – Ma allora come mai c'è chi sostiene che l'uomo sia ancora attivo proprio per la stessa ditta? «Va considerato un aspetto grave. L'uomo, anche dopo il licenziamento, ha continuato a incassare affitti e depositi, cambiando addirittura i contratti. Lo denunceremo. Stiamo facendo tutte le verifiche del caso, ma ci vuole tempo. Siamo stati ingenui, avremmo dovuto vigilare un po' di più su dove e come entravano i pagamenti. Ci siamo fidati. Ai ragazzi chiediamo pazienza e comprensione. I giovani penalizzati sono ben più di cinque. Le caparre saranno restituite secondo i termini di legge».

Errore di base – Céline Dellagana, avvocatessa e segretaria generale dell'Associazione svizzera inquilini, sezione Svizzera italiana, è esplicita: «Qui c'è un errore di base che purtroppo molti fanno. La caparra non va mai versata sul conto del padrone di casa o di un intermediario. Bensì va depositata in un conto specifico aperto in banca. Il cosiddetto conto garanzia affitto. I soldi restano lì e nessuno può toccarli. La garanzia non deve entrare a fare parte dei beni del proprietario e nemmeno di quelli di un intermediario».

Riavere quei soldi è un diritto – La legge prevede che il locatore possa trattenere per dodici mesi la caparra. «Sì. Ma solo nel caso in cui esista questo conto garanzia affitto. In questa circostanza invece non esiste». Cosa devono fare dunque gli studenti in questione? «Insistere per riavere i loro soldi. Mettere insieme tutte le prove dei pagamenti fatti. Non conosco la situazione specifica, ma è un loro diritto riavere la caparra».

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