La mostra inaugurata alla Sala Arsenale di Castelgrande si propone di raccontare non solo l'artista, ma anche «la donna dietro all'opera»
BELLINZONA - Ha aperto oggi i battenti, nella Sala Arsenale di Castelgrande a Bellinzona, "Inside The Life of Frida Kahlo", la mostra fotografica allestita con gli scatti coinvolgenti e intimi di Lucienne Bloch, la più cara amica della geniale pittrice.
Un'esposizione che permette di conoscere l'artista messicana, scomparsa 70 anni fa, attraverso lo sguardo di chi l'ha conosciuta davvero bene. È stata l'occasione per chiedere alla curatrice Vittoria Mainoldi di parlarci di questa mostra.
Chi era Frida Kahlo? Come la descriverebbe?
«È stata una delle più importanti artiste visive del Novecento. Le sue opere sono iconiche e anche la sua figura - come donna e come artista - è diventata una vera e propria icona. In realtà Frida Kahlo era tutta arte. In questa mostra cerchiamo di raccontare la donna oltre l'arte».
Che immagine viene fuori di Frida Kahlo attraverso queste fotografie?
«Abbiamo cercato di rappresentare in questa mostra una Frida Kahlo intima, vera, la donna oltre l'opera d'arte. L'amica, la moglie e in generale l'artista, che ha influenzato generazioni».
A scattarle è stata Lucienne Bloch: che tipo di amicizia era, la loro?
«È stata una eccezionale fotografa, ma prima di tutto era anche lei un'artista, una muralista assistente di Diego Rivera, l'importante e famoso marito di Frida Kahlo. La loro amicizia nacque proprio in occasione di un'inaugurazione di una mostra di Rivera a New York, al Moma, quando la Bloch si presentò a Rivera nella speranza di diventare suo assistente. Frida all'inizio fu un po' diffidente nei confronti di Lucienne».
Perchè la prima cosa che Frida le disse fu “ti odio”?
«Frida era molto diffidente di tutte le donne che orbitavano attorno al marito. Rivera era decisamente fedifrago, però Lucienne le dimostrò anche di essere un'amica sincera, onesta. L'amicizia si sviluppò molto in fretta, in realtà, e fu anche alimentata da episodi piuttosto traumatici nella vita di Frida, a cui Lucienne assistette. Penso su tutti al secondo aborto che Frida ebbe negli Stati Uniti, a Detroit, e ancora alla scomparsa della madre. Bloch ebbe la capacità di raffigurare la vera Frida Kahlo, appunto la donna dietro all'opera. E credo che una delle foto più significative della mostra sia proprio quella scattata quando la mamma di Frida morì. Lucienne sapeva cogliere una persona dietro alla maschera e credo che in questo scatto si veda veramente il viso di Frida nel suo stato più puro».