È la rinascita di Silvia: «Ho lavorato fino all'esaurimento. Poi la scelta di ascoltarmi, i viaggi e la mia nuova vita a Lugano»
LUGANO - «Ho avuto un burnout quando lavoravo nella finanza a Milano nel 2016 e allora ancora non se ne parlava. È stato un esaurimento fisico e mentale, collegato allo stress lavorativo e al non rispetto dei miei ritmi». A raccontarlo è la 36enne Silvia Scopelliti, che oggi a Lugano vive una vita nuova insieme al marito. Per aiutare gli altri a vivere meglio senza ansia e agitazione ha pure scritto un libro dal titolo “Il Metodo SAME – Riparti in modo consapevole e con meno stress”.
Silvia, cos'è stato per te il burnout?
«Ricordo di essere svenuta in strada, non riuscivo a muovermi: è venuta l'ambulanza e i soccorritori mi chiedevano di provare a muovere almeno le dita. Ci sono volute tre settimane per recuperare. Non mi era stato diagnosticato l'esaurimento, l'ho scoperto solo 2 anni fa: era burnout. Avevo ritmi stressanti ed era un correre continuo, poi è emersa l'ansia: facevo un lavoro che non mi faceva stare bene».
E poi?
«Da lì mi sono resa conto che dovevo prendermi più cura di me. È stato un cambiamento lento, che mi ha portato a scegliermi. Oggi sono contenta perché si parla più facilmente di benessere e salute mentale. Allora invece, dopo l'esaurimento tornai al lavoro: è stato come rompersi una gamba e camminarci su. Ma per la salute mentale è importante vedere le piccole ferite che ci sono e che si possono guarire».
Dopo una laurea in Economia e un bel lavoro, hai stravolto la tua vita.
«La trasformazione è avvenuta 8 anni fa, ho lasciato la carriera in ambito finanziario. Avevo scoperto lo yoga a 18 anni, ci sono tornata su per ridurre lo stress e prendermi cura di me: ho pensato a insegnarlo. Sono stata a Bali dove mi sono formata, poi in India e più in generale in Asia. Al mio ritorno ho iniziato a organizzare eventi e classi».
Fino ad approdare in Ticino.
«Abbiamo scelto Lugano perché è sicura, pulita, esiste il rapporto interpersonale e ci si saluta ancora. La finanza continua a interessarmi ma è un ambito molto stressante. Ora mi sento dall’altra parte: una guida per continuare con il lavoro, senza per forza stravolgere la propria vita: imparando a viverla meglio, senza ansia e agitazione».
Condividi contenuti sulla mindfulness e sullo yoga con una community di 180mila persone su Instgram e dal 2025 ti dedicherai allo yoga aziendale, quali sono le problematiche più comuni?
«Sicuramente la competizione, l’impossibilità di poter sbagliare, l’ossessione per il dettaglio, il dover essere sempre informati e quella sensazione che tutto è importante e urgente. Certamente l'ambiente lavorativo è difficile ma è una questione mentale: quando si vive sempre di fretta e stressati si è meno performanti».
Dunque, che fare?
«Rallentare, perché radicarsi più nel presente rende più lucidi e produttivi. E anche se il lavoro è importante e ci piace, si deve creare una separazione: una volta che usciamo dall’ufficio la giornata lavorativa è finita».
È però difficile ammettere a se stessi di non saper più staccare la spina.
«Ricordo a Milano le persone che la mattina camminano veloci per andare al lavoro e la sera fanno lo stesso per tornare a casa. Ecco, dal momento che finisce l'orario lavorativo dobbiamo rallentare e goderci il momento fin da subito. Se arriviamo a casa con lo stress lavorativo addosso rischiamo di non goderci più nulla, perdendo l’occasione di rilassarci, prenderci cura di noi e stare bene con le persone importanti per noi».
Nel tuo libro parli di un metodo tutto tuo (SAME), per affrontare lo stress e ritrovare serenità.
«L'ho concepito io stesso. Quando soffrivo di ansia sentivo che dopo il dialogo con la psicologa gli effetti benefici svanivano. Ho capito che era necessario creare una routine sostenibile. Col tempo ne ho creata una formata da quattro azioni, che applico tutti i giorni: silenzio, attenzione gentile, movimento ed emozioni»
È dunque questa la formula magica?
«Il silenzio è un momento da prendersi per sé, ad esempio la mattina. Può essere l'ascolto dei rumori intorno a noi oppure quello interiore: la meditazione. L'attenzione gentile è il modo in cui io chiamo la consapevolezza: in questo capitolo del libro ci sono esercizi su come andare al lavoro più serenamente, prendere il quotidiano come opportunità per lasciare andare il peso in eccesso».
Spiegaci anche gli altri due ingredienti.
«Il movimento è rimedio allo stress perché quando siamo stressati abbiamo del moto potenziale dentro di noi. I fattori di stress vengono percepiti dal nostro cervello come minacce: il corpo fugge o prova a combattere creando energia. Stare farmi è dunque farci del male. Muoverci quando siamo sotto stress e nella vita di tutti i giorni ci aiuta a disperdere le energie negative e a migliorare l'umore. Divenendo più positivi, poi tutto appare più digeribile».
Infine, le emozioni.
«Sono dei messaggeri. Capire cosa proviamo è importante. Ad esempio, se mi sento nervosa e ci ragiono su forse capisco che ho dormito male o che non ho chiarito con un collega. Fare questo percorso ci aiuta ad accettare quello che proviamo, per poi capire che azioni intraprendere. In altre parole l'accettazione delle emozioni è il primo passo da fare. Perchè diminuiscono di intensità dal momento che noi le accettiamo. Non farlo significa mantenerle in vita».
Dunque, ascoltarci davvero.
«Il dialogo interiore ci aiuta a divenire più forti a livello emotivo: non saranno più le emozioni che ci governano ma saremo noi che riusciamo a dialogarci e a comprenderle».
In Svizzera lavoratori sempre più stressati e in Ticino non va meglio.
In Svizzera un terzo dipendenti è sotto stress. Lo dice un'indagine condotta annualmente dal sindacato Travail.Suisse, secondo il "Barometro delle condizioni di lavoro" la percentuale dei dipendenti sull'orlo del burn out è in costante aumento. Un altro studio, condotto dall’Università di Losanna, aggiunge che ad essere più esauriti sono gli impiegati del settore bancario: un terzo di loro si dice stressato e un quarto ricorre a calmanti e antidepressivi. Non va meglio in Ticino dove, dopo aver intervistato 428 impiegati di banca, è risultato che tre bancari su quattro accusano sulle loro spalle un peso crescente. E nonstante che il loro sia un trattamento salariale tra più elevati, solo il 16% degli intervistati si dice soddisfatto della propria occupazione. A pesare è soprattutto il fattore incertezza: il 40% degli impiegati di banca ha paura di restare senza lavoro. Dato che scente invece al 26% pe rtutti gli altri settori economici.
La presentazione del libro a Lugano
Il 14 dicembre, alle ore 16.00, Silvia Scopelliti presenterà il suo primo libro, “Il Metodo SAME – Riparti in modo consapevole e con meno stress”, edito da Gribaudo, Feltrinelli, presso il reparto libri della Manor di Lugano (Via Chiattone, 10). L’evento sarà moderato da Diana Quadri e a seguire, alle ore 17.00, sarà possibile partecipare al firmacopie.