L'esponente di AVanti con Ticino&Lavoro ha presentato una mozione al Consiglio di Stato.
BELLINZONA - Il caso dei 13 aspiranti docenti d'italiano che terminato il corso di abilitazione si sono trovati senza un lavoro è oggetto di una mozione, firmata da Evaristo Roncelli di Avanti con Ticino&Lavoro.
Quanto accaduto ai giovani corsisti «ha portato alla luce le criticità del modello ticinese di formazione degli insegnanti per le scuole di maturità. Questo sistema, rispetto a quelli adottati nella maggior parte degli altri cantoni svizzeri, si distingue per una struttura meno flessibile e meno integrata con il percorso accademico universitario, rendendo più difficile l'accesso alla professione e aumentando il rischio di formazione di personale senza sbocchi concreti nel sistema educativo cantonale».
La proposta è quindi quella di guardare Oltragottardo, in cerca di esempi virtuosi: «Nei cantoni svizzeri dove il sistema è più efficace, come in Svizzera tedesca e in alcune regioni della Svizzera francese, l'abilitazione all'insegnamento avviene parallelamente al percorso universitario, con corsi di pedagogia e didattica integrati direttamente nel master accademico. Questo approccio presenta diversi vantaggi: consente agli studenti di ottimizzare il proprio percorso di studi, riduce i tempi necessari per entrare nel mondo del lavoro e permette una migliore pianificazione del fabbisogno di docenti. Inoltre, in alcuni cantoni è prevista la possibilità di ottenere un'abilitazione che consenta di insegnare sia nelle scuole medie sia nelle scuole di maturità, aumentando la flessibilità professionale e riducendo il rischio di formazione di personale in esubero», aggiunge.
Da qui le richieste al Consiglio di Stato:
1. Valutare lo sviluppo di formazioni parallele al percorso di studio (master disciplinare), in modo da integrare l'abilitazione all'insegnamento direttamente nel percorso accademico e ridurre i tempi di accesso alla professione nonché di superare la rigida separazione tra formazione accademica e abilitazione all'insegnamento.
2. Garantire maggiore permeabilità tra scuola media superiore, scuola media e scuole professionali, sia nei futuri percorsi di abilitazione che attraverso passerelle per gli attuali docenti (si veda quanto previsto dalla SEFRI), al fine di ampliare le opportunità professionali e ottimizzare il personale scolastico in base a quanto svolto da altri Cantoni con le formazioni combinate.
3. Sviluppare programmi formativi congiunti con la Scuola universitaria federale per la formazione professionale (SUFFP) per migliorare l'ottimizzazione delle risorse e il riconoscimento reciproco delle abilitazioni alla luce dell’evidente mancanza di massa critica che contraddistingue la realtà del Cantone Ticino.
4. Una volta ripensato il sistema di abilitazione rimuovere i numeri chiusi per l'accesso, garantire procedure più trasparenti di selezione così da attuare un sistema più inclusivo e rispondente alle reali necessità del mercato del lavoro.