Respinte le accuse avanzate dal Procuratore generale Noseda. "Abbiamo richiesto una perizia sulla presunta carenza di organizzazione interna"
BELLINZONA - L'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) ha convocato questo pomeriggio una conferenza stampa per chiarire alcuni aspetti riguardanti la trasmissione dell'Epatite C su quattro pazienti nel 2013, durante un esame TAC. Il 27 aprile il Procuratore Generale John Noseda ha comunicato all'EOC di voler procedere nei suoi confronti con l'emissione di un decreto di accusa per lesioni colpose gravi e propagazione di malattie dell'uomo per negligenza. Ma "a oggi i pazienti sono stati curati e uno è guarito spontaneamente", ha assicurato il Direttore dell'Ospedale Regionale di Lugano Luca Jelmoni.
"La trasmissione ospedaliera di epatite è piuttosto rara - ha spiegato il responsabile del Servizio malattie infettive dell'EOC Enos Bernasconi - ma può accadere, anche in ospedali moderni situati in Europa, Stati Uniti o Giappone". La fonte dell'infezione potrebbe quindi essere sì di origine nosocomiale, ma si precisa che in quattro casi su dieci non viene appurata. "Le numerose misure prese in seguito al contagio dimostrano la nostra volontà di evitare la possibilità d'infettare altri pazienti in futuro".
Cause incerte - "L'ipotesi più verosimile - ha rivelato Bernasconi - è quella di una manipolazione errata che ha portato alla contaminazione di un flacone di NaCl 0.9% multiuso. Ma l'Ente non è in grado di risalire esattamente a chi ha eseguito la manovra. Alle persone contagiate è stata offerta una presa a carico medica secondo gli standard di cura più moderni da parte dell'Ente".
"La responsabilità penale è personale - ha ricordato l'avvocato dell'EOC Mattia Tonella -, non può essere dell'impresa all'interno della quale una persona opera". L'EOC ha chiesto oggi al Procuratore Generale l'allestimento di una perizia giudiziaria con oggetto la presunta carente organizzazione interna al reparto di radiologia dell'ORL e la gravità delle lesioni.
L'avvocato contesta il reato di lesioni colpose gravi, spiegando che dal 2013 il Tribunale Federale non considera "lesione grave" nemmeno più un contagio con HIV, anche in considerazione dei progressi compiuti in campo medico. Anche l'accusa di propagazione di malattie per negligenza viene respinta.
Responsabilità penale - Il PG ritiene che l'impossibilità di attribuire il gesto medico a un singolo operatore sia la spia di una carente organizzazione. "Non obbligatoriamente", ha spiegato l'avvocato. Nelle mansioni giornaliere di un ospedale non sarebbe possibile infatti tracciare costantemente ogni singolo gesto di un operatore sanitario. L'EOC ha chiesto una perizia giudiziaria per determinare quale sia la "best practice" analizzando casi analoghi in ospedali universitari della Svizzera tedesca e romanda.
Dal punto di vista della responsabilità civile, l'Ente ha ammesso una responsabilità di principio, nonostante le perplessità in ambito penale, e si è presa a carico le costose terapie che hanno portato alla guarigione di tre dei quattro pazienti contagiati.