Processo al docente di Arbedo, accusato di atti sessuali su minori, il procuratore pubblico: "Già negli anni '90 aveva commesso atti odiosi". Chiesti 3 anni e 9 mesi di carcere
LUGANO - "Già negli anni '90 l'imputato aveva commesso atti odiosi verso un ragazzino. Solo che all'epoca la madre del giovane non ebbe il coraggio di andare in polizia". Sono parole dure come macigni, quelle pronunciate dal procuratore pubblico Nicola Respini nell'ambito del processo in corso a Lugano nei confronti di un docente di scuola elementare di Arbedo-Castione. La pubblica accusa dipinge il 57enne alla sbarra, accusato di atti sessuali su fanciulli, come un uomo fortunato. "Sì, perché si era costruito una certa immagine. Ed era difficile mettere in discussione questo ruolo".
L'ammonimento - Stando a Respini, nel febbraio del 2012 l'imputato era stato richiamato dall'ispettorato scolastico a causa di comportamenti minacciosi e di forme di violenza verso gli allievi. "Era stato avvertito. Gli era stata vietata qualsiasi forma di contatto fisico. Invece ha continuato imperterrito a maltrattare alcuni allievi. Anche in questo fatto è stato fortunato. Se un allievo creava problemi, lo si spostava di classe".
I gesti di affetto - Ed è a partire dall'anno scolastico 2013-2014 che il maestro inizia a prendere in braccio gli allievi per manifestare loro un certo affetto. "Chissà perché - si chiede Respini - a beneficiare di questo affetto erano solo i maschietti... Ai bambini lui diceva di non andare a casa a raccontare quello che succedeva in classe. Faceva i massaggi ai ragazzini nella zona dell'ombelico e anche più in basso. Le finalità dell'imputato erano quelle di entrare nelle mutande degli allievi. Lo abbiamo capito con la testimonianza di uno dei bambini".
Attenzione morbosa - I ragazzini problematici venivano maltrattati. I 'buoni' ricevevano quella strana forma di affetto. "Da una parte creava un clima di paura, dall'altra verso alcuni aveva un'attenzione morbosa. Per diversi mesi il maestro ha fatto pensare che fossero tutti bugiardi. A febbraio del 2016 l'imputato ha ammesso alcuni fatti, che ora invece ritratta. Sono sorpreso".
La passione per l'ombelico - Sui presunti atti sessuali consumati su fanciulli, riguardanti in particolare tre ragazzi, il procuratore pubblico sembra non avere dubbi. "L'imputato ha sempre avuto la passione per l'ombelico dei suoi allievi. Anche i fatti di Verona, in cui approcciò un suo ex allievo, partirono da quella zona. Stranamente la mano ogni tanto scendeva e i pantaloni si aprivano. Uno dei ragazzini interrogati l'ha detto chiaramente. Il maestro stesso a febbraio di quest'anno ha ammesso di avere toccato uno di questi bambini sul pene".
Lo scandalo del parroco - Anche sugli atti sessuali tentati Respini ha le idee chiare: "Sono sei i bambini indicati a tal proposito nell'atto d'accusa. Sono modalità che l'imputato ha sempre ripetuto, già a partire dagli anni '90. Forse a un certo punto si è fermato. Ha avuto paura, visto che nello stesso comune in cui lavorava c'era stato lo scandalo del parroco don Umberto Cozzi, coinvolto in reati sessuali sui fanciulli. Forse per qualche tempo il docente è stato frenato dal timore di fare la stessa fine".
Appoggio rifiutato - Mentre l'imputato se ne sta a capo chino, Respini dipinge un quadro poco edificante. "A un certo punto, viste le difficoltà riscontrate in classe, si era pensato anche di fare seguire il maestro da un docente specializzato. Per aiutarlo nella gestione dei ragazzi più difficili, visto che lui in alcune circostanze si era dichiarato un po' esaurito. L'imputato ha sempre rifiutato il provvedimento".
La richiesta di pena - Il procuratore pubblico passa, infine, alla richiesta di pena. "L'imputato non ha saputo assumersi la responsabilità di ciò che ha fatto. Anzi, ha cercato di mettere in cattiva luce i ragazzi che lo accusavano, facendoli passare per bugiardi. A distanza di tanti mesi, il maestro non ha preso coscienza di quanto ha commesso. Non si è scusato. Continuerà a essere docente in congedo fino al prepensionamento. Ancora una volta è stato fortunato, il suo ruolo ha avuto di nuovo una certa influenza. Chiedo che l'imputato venga condannato a 3 anni e 9 mesi di carcere (di cui uno già espiato)".