La chiusura degli ecocentri sarebbe la causa. E c'è chi si lamenta
LUGANO - Gli effetti collaterali della chiusura degli ecocentri di Lugano, voluta dal Municipio per far fronte all'emergenza coronavirus, iniziano a farsi vedere.
Abbastanza eloquenti, in questo senso, sono le foto inviateci da un lettore, che mostrano sacchi e cartoni sparsi un po' ovunque presso l'ecopunto di Barbengo (ma una situazione analoga è segnalata anche in altri paesi del Luganese). «Va bene che è in corso una pandemia - lamenta il lettore -, ma questi accumuli portano odori e non sono certo salubri... Tutta colpa del coronavirus».
D'altra parte qualche disagio era prevedibile. Ricordiamo che da due settimane, fino a nuovo avviso, tutti gli ecocentri della Città di Lugano sono stati chiusi per evitare rischi di trasmissione di contagio fra addetti e popolazione. Restano invece aperti e accessibili 24 ore su 24 gli ecopunti che raccolgono i principali materiali riciclabili.
A tal proposito, considerato che alcune economie domestiche si ritrovano a utilizzare più sacchi, con un incremento notevole di costi, negli scorsi giorni all'indirizzo del Municipio era stata inoltrata un'interrogazione per chiedere di valutare la reintroduzione temporanea del vecchio sacco nero.