Il giovane aveva raccontato di essere stato aggredito da tre lupi ma i test genetici lo smentirono, ora i guai legali.
COMO - Dopo aver lanciato l'allarme per essere stato aggredito da tre lupi e leggermente ferito da uno di questi, ora viene denunciato per procurato allarme.
La vicenda
È questo il terzo episodio di una vicenda balzata alle cronache ticinesi e lariane dopo che, la sera del 22 maggio scorso, un giovane allevatore comasco aveva raccontato di essersi «trovato circondato da tre lupi che hanno iniziato a girarmi attorno, uno mi è saltato addosso, mi ha morso la camicia e mi ha colpito anche sulla gamba».
L'uomo aveva infatti deciso di salire all’Alpe di Ossuccio, in Tremezzina, ramo comasco del Lario, a pochi km dal Ticino perché si era accorto che mancavano alcune delle sue capre all'appello. L'allarme aveva messo in moto una serie di indagini, alla ricerca di riscontri, da parte della Polizia Provinciale di Como.
I riscontri e le indagini
Proprio le autorità provinciali, nelle settimane successive, non trovarono però carcasse di animali riconducibili alla presenza di lupi. Ma non è tutto perché a tre settimane dal fatto, le analisi genetiche sui campioni di indumenti, eseguiti dai laboratori della Fondazione Edmund Mach di Trento su incarico di Regione Lombardia, chiarirono senza ombra di dubbio che quell'incontro pericoloso non fu con dei lupi ma con dei cani, presumibilmente selvatici o randagi.
La denuncia
Ora, come detto, il terzo step di questa lunga storia. Come anticipa oggi il quotidiano La Provincia di Como, l'allevatore è stato denunciato dalla Polizia provinciale con l'accusa di procurato allarme, gli atti sono dunque stati trasmessi alla Procura per il proseguo della vicenda, a questo punto legale.