«Tre dipendenti ultracinquantenni sono stati licenziati e Coop sta mettendo pressione per disincentivare le proteste», denuncia Unia.
CASTIONE - «Discriminazione e comportamenti intimidatori, vessatori e irrispettosi». È questo, secondo quanto denunciato oggi in conferenza stampa dai sindacati Unia e OCST, il modello di gestione che si è consolidato all'interno del Panificio Coop di Castione, che conta 74 dipendenti.
«In tanti anni di lavoro non abbiamo mai assistito a una brutalità del genere», sottolinea Vincenzo Cicero, responsabile del Settore Industria Unia Ticino e Moesa. «Il management ha adottato un approccio arrogante, aggressivo e autoritario. Gli ammonimenti e i richiami scritti sono praticamente all'ordine del giorno e il personale in malattia viene messo sotto pressione per "incentivare il rientro al lavoro"».
«Poteva scapparci il morto» - «Gravissimo, inoltre, quanto accaduto lo scorso mese di novembre. Per ridurre i fermi macchina al minimo, il personale addetto alla manutenzione, cronometrato a ogni intervento, è costretto a intervenire senza fermare i macchinari. E quasi ci è scappato il morto: durante la manutenzione di un'impastatrice un cavo si è legato intorno al collo di un lavoratore e l'ha sollevato. Se non ci fosse stato un collega a schiacciare il pulsante del fermo macchine l'impiegato sarebbe deceduto. Questo a Castione nel 2024».
«Da mesi denunciamo queste situazioni, esortando la direzione nazionale a spingere per un'inversione di tendenza, ma purtroppo abbiamo trovato un muro», insiste Cicero. «La situazione è talmente grave che alla fine dello scorso anno è intervenuto anche l'ispettorato del lavoro, che ha promosso un audit interno».
Licenziamenti selvaggi - E il culmine è stato toccato mercoledì scorso. «La direzione nazionale di Coop è arrivata in Ticino per presentare i risultati dell'audit a sindacati e dipendenti. Ma ciò non è stato fatto: il contenuto dell'audit è stato secretato e sono state illustrate delle misure imprecise e a nostro avviso poco serie. Allo stesso tempo tre dipendenti "storici" di 53, 56 e 59 anni sono stati licenziati in tronco e ad altri due è stato proposto il trasferimento».
Questi collaboratori, «sostiene Coop, rendevano difficoltoso il lavoro del management e avevano numerosi provvedimenti disciplinari alle loro spalle. Tutte falsità: in realtà si trattava di figure fortemente legittimate agli occhi dei colleghi e più critiche rispetto ai numerosi abusi perpetrati dalla dirigenza del panificio».
Una presenza che inquieta - Da mercoledì, per evitare eventuali proteste, «Coop ha inoltre militarizzato il centro di distribuzione, piazzando addetti alla sicurezza di un'azienda privata, con tanto di manganelli e spray al pepe, all'interno e all'esterno dello stabile».
I sindacati intendono continuare a mettere pressione su Coop Svizzera e chiedono, in primis, di ritirare i tre licenziamenti. Al momento la direzione nazionale sembra però minimizzare le problematiche emerse e legittimare quanto messo in atto dai quadri intermedi.
Già lo scorso 7 febbraio 2023, lo ricordiamo, gli impiegati del panificio avevano messo in atto una protesta e si erano astenuti dal lavoro. All'epoca, spiega Unia, i problemi principali erano i ritmi di produzione esasperanti e i turni che arrivavano anche alle 12 ore di lavoro, ma le parti avevano raggiunto un accordo. «L'anno scorso abbiamo dato fiducia all'azienda, ma questa fiducia è stata tradita. Cara direzione, così non va», osserva infine l'OCST.