Pronzini e l’Mps all’attacco di quello che ritengono un privilegio pensionistico senza base legale. Per ogni anno acquistato i consiglieri di Stato avrebbero pagato 50mila franchi
BELLINZONA - «È la seconda puntata della saga». Così stamattina Pino Sergi dell’Mps ha introdotto un nuovo capitolo sulle rendite pensionistiche dei consiglieri di Stato.
E come col precedente delle rendite sostitutive Avs, lo Stato avrebbe perso dei soldi: 3 milioni di franchi per l’esattezza. Ovvero quanto sarebbe venuto a mancare nelle casse pubbliche per gli anni di contributi riscattati dai ministri. La pratica sarebbe stata attuata da tre consiglieri in carica e un ex membro. Almeno. «Da nostre informazioni - ha detto il deputato Matteo Pronzini - per ogni anno riscattato sono stati pagati 50mila franchi».
L’Mps, che per dimostrare l’arbitrio delle rendite ponte si era rivolto al professor Etienne Grisel, stavolta ha affidato i calcoli ad un matematico, un attuario di cassa pensione. E le tabelle consegnate stamattina da Pronzini alla sottocommissione Finanza evidenzierebbero il fossato che separa il «privilegio del club dei cinque», da quanto il cittadino comune deve versare se vuole integrare gli anni mancanti della propria pensione.
Per arrivare al massimo della prestazione (pari al 60% dello stipendio di 244mila franchi) ai ministri servirebbero 15 anni di contributi. Un’asticella che alcuni avrebbero scavalcato comprando “centimetri” a prezzo di favore. E qui sta il punto, secondo l’Mps. «Non è che ci accaniamo contro il Consiglio di Stato, ma difendiamo l’idea liberale (e Sergi ride dicendolo, ndr.) per cui se lo Stato spende dei soldi ci deve essere una base legale». Il governo in passato, ha proseguito, è sempre stato attivo nel tagliare con le modifiche della cassa pensione dei dipendenti statali e insegnanti. «Il minimo è esigere che per le proprie pensioni rispettino almeno la legalità».
Invece, e su questo aspetto Pronzini ha usato il termine di "club", «tutto quanto riguarda le retribuzioni del CdS, se lo decidono queste cinque persone. Un fatto estremamente grave che si somma alla negligenza enorme del Parlamento nel suo compito di vigilanza. A Ginevra c’è il caso Maudet, ma qui non c’è un caso. Bensì una situazione consolidata con cifre enormi. Soldi di fatto sottratti allo Stato. Il problema? Il re è nudo e nessuno lo dice».
Ora però, secondo l’Mps è il momento di passare alla cassa restituendo i soldi dei riscatti agevolati. E in più il Movimento, ieri, via email ha chiesto al governo di «interrompere con effetto immediato il versamento della rendita sostitutiva Avs».
Ora si attende la risposta del governo. «Se i consiglieri di Stato pensano che queste cifre siano sbagliate ci smentiscano», ha detto Sergi con il tono della sfida.