La Commissione affari giuridici boccia l'iniziativa ticinese. Ora il Parlamento dovrà votare
BERNA - La sostituzione di un collaboratore con un altro meno pagato non dev'essere un motivo per il quale un licenziamento possa essere considerato abusivo. Con cinque voti di scarto (10 a 5), la Commissione degli affari giuridici del Nazionale ha respinto un'iniziativa del Canton Ticino che auspicava una modifica del Codice delle obbligazioni (CO).
Poiché l'iniziativa aveva ottenuto l'avallo dell'omologa commissione degli Stati nell'ottobre 2019, spetterà ora al parlamento pronunciarsi.
Con la sua iniziativa "Lotta al dumping. Creare le condizioni per combattere i licenziamenti sostitutivi", il Gran Consiglio ticinese domanda al parlamento di completare l'articolo 336 del CO, sancendo che la disdetta è abusiva se mira a sostituire il dipendente licenziato con un altro lavoratore che, a pari qualifiche, percepisce un salario inferiore, oppure se il dipendente rifiuta sensibili riduzioni di salario a causa di un forte afflusso di manodopera sul mercato del lavoro (dumping salariale).
Il testo fa riferimento all'iniziativa popolare dell'UDC "Prima i nostri!", che i cittadini ticinesi hanno approvato con il 58% dei voti. Per intervenire in questi ambiti sono necessari cambiamenti a livello federale.