Il Partito Comunista interpella il Governo ritenendo che le statistiche non siano sempre veritiere.
BELLINZONA - Non ci si contagia sul posto di lavoro. Una frase ripetuta come un mantra da diverse associazioni padronali ma che non trova d'accordo i sindacati. UNIA in particolare ha rivendicato da tempo la chiusura di «tutte le attività economiche non essenziali» (ovviamente accompagnata da «aiuti economici, che siano chiaramente definiti e rapidamente disponibili») per «limitare in modo decisivo la circolazione delle persone e quindi del virus».
Anche il Partito Comunista contesta l'affermazione secondo cui la trasmissione del virus non avverrebbe in ambito lavorativo. «Da testimonianze raccolte dal nostro Partito, ad esempio, in alcune aziende gli impiegati contagiati dal coronavirus non verrebbero conteggiati come tali, il che, se fosse pratica diffusa, renderebbe le statistiche perlomeno imprecise», sottolineano Massimiliano Ay e Lea Ferrari. Per questo motivo hanno deciso d'interpellare il Governo, sottoponendogli quattro domande: