Il Partito comunista chiede al Governo di valutare i limiti nella gestione della pandemia nelle cliniche private
BELLINZONA - Il Partito Comunista ha più volte ribadito come la gestione della seconda ondata pandemica sia stata particolarmente improntata al «meno stato».
Eppure - fa notare il PC - all'art. 22 della legge cantonale sulla protezione della popolazione è data facoltà in caso di stato di necessità all'autorità pubblica di «requisire i mezzi e i beni necessari; valgono per analogia le norme del diritto federale sulla requisizione». Inoltre l'art. 58 della legge federale sulla protezione della popolazione e della protezione civile assegna il diritto di requisizione all'esercizio e alla PCi: «in caso di eventi maggiori catastrofi, situazioni d’emergenza e conflitti armati la protezione civile ha il diritto di requisire alle stesse condizioni dell’esercito». Il Canton Neuchâtel si è dotato in ottobre di un ulteriore testo legislativo che permette la requisizione delle risorse necessarie presso il settore sanitario privato per far fronte alla pandemia da Covid-19 (Décret concernant l’organisation des soins pendant l’épidémie de COVID-19).
Alla luce di alcune «falle» venutesi a creare presso alcune strutture sanitarie private ticinesi nella gestione dell’urgenza da Covid-19 (vengono citate la clinica Santa Chiara e la clinica Moncucco), Il Partito comunista rivendica quindi di far capo al diritto di requisizione da parte dell’ente pubblico. Oltre a questo, Massimiliano Ay e Lea Ferrari - tramite un'interrogazione - sottopongono una serie di domande al Governo.