Anche di questo si è parlato durante la visita di Gobbi a Roma.
Il Presidente del Governo ticinese: «Dobbiamo muoverci in parallelo e organizzarci per il passaporto vaccinale che, almeno all'inizio, sarà ancora cartaceo»
Non di sola sicurezza si è parlato in quel di Roma. Il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, ai microfoni di Radio Ticino, ha anticipato alcuni obiettivi comuni discussi con l'Italia e che riguardano in particolar modo la fascia di confine.
Tra questi, ha sottolineato Gobbi, c'è sicuramente la volontà di «mantenere un approccio comune» riguardo gli allentamenti. «Quando si parla di prudenza, trovare scorciatoie mirate al breve termine e al piccolo interesse, è poco sostenibile».
Il riferimento va ovviamente alla proposta avanzata di "riaprire" solo alla fascia dei 20 chilometri dal confine. Ciò, in sostanza, permetterebbe trasferte pratiche, come ad esempio quelle per la spesa: «Una visione piccola. Vogliamo un avanzamento parallelo, per evitare ciò che era accaduto con i ristoranti ancora aperti in Lombardia, mentre noi avevamo chiuso. Quindi con la "fuga" a Campione e il conseguente problema di un "hot spot" di casi positivi di Covid proprio nell'enclave».
La parola chiave per Gobbi è «prudenza». «Deve regnare. Per questi vogliamo coordinarci in parallelo. Abbiamo già riaperto le terrazze, l'Italia lo farà la prossima settimana. Così come dovrà essere coordinata la mobilità nell'estate. Specie con questi certificati di vaccinazione che dovranno essere riconosciuti. Probabilmente la soluzione digitale, almeno inizialmente, non sarà ancora presente e soprattutto non sarà unitaria».