Tramite un'interpellanza, l'MPS auspica che non ci sia alcun sostegno, diretto o indiretto, «a Putin e al suo entourage»
BELLINZONA - La Camera di commercio ticinese e il Consiglio di Stato «hanno la coscienza sporca». Ne è convinto l'MPS, che con un'interpellanza ha deciso di chiedere lumi sul sostegno, diretto o indiretto, che il nostro cantone fornisce alla Russia in generale, ma più precisamente «al presidente russo Vladimir Putin e al suo entourage». La guerra in territorio ucraino è infatti un tema «che non può essere demandato alla “politica estera” della Confederazione», ma un tema «sul quale il governo cantonale può e deve intervenire», secondo il Movimento.
Da BancaStato, all'aeroporto di Agno, dalla Rapelli alla Clinica Sant'Anna, il Ticino e diverse aziende ticinesi intrattengono infatti rapporti commerciali con la Russia. Un «doppio gioco» che ai deputati del gruppo MPS-POP-Indipendenti Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori non va giù. Proprio per questo, chiedono all'esecutivo cantonale se ritenga opportuno che questi scambi commerciali vadano interrotti. In caso contrario, vengono chieste le ragioni del rifiuto.
Ecco le domande sottoposte al Consiglio di Stato: