Un'interpellanza dell'MPS solleva anche dubbi sulla procedura che ha portato alla nomina del nuovo direttore
SAN NAZZARO - Dal giudice al Parlamento. Dopo la sentenza della Pretura che ha definito abusivo il licenziamento del direttore della casa anziani Cinque Fonti di San Nazzaro e «una menzogna» le motivazioni addotte dal Consiglio di Fondazione, il Consiglio di Stato è chiamato in questi giorni al chiarimento finale.
«È al corrente il Cds della sentenza?», rompe il ghiaccio l’interpellanza presentata da Matteo Pronzini per il Gruppo MPS. Tra gli aspetti su cui il deputato chiede chiarimenti vi è la questione finanziaria delle spese innescate dalla causa civile e dell’indennizzo versato al direttore Samuele Enderli, messo alla porta dopo soli tre mesi «per il solo fatto - si legge nella sentenza - che egli aveva manifestato dubbi legittimi in merito alle cariche e alla gestione dei degenti in seno al ricovero».
A quanto ammonta esattamente, chiede Pronzini, «questo costo finanziario a carico della Casa per anziani? Tenuto conto che la CPA Cinque Fonti è una struttura fortemente finanziata dall’ente pubblico quanto sarà l’importo che direttamente o indirettamente verrà messo a carico dell’ente pubblico? Il Governo cosa intende intraprendere per evitare che il costo di questo grave comportamento non sia a carico dell’ente pubblico ma di chi, scientemente, ha proceduto al licenziamento del direttore?».
Vi è infine la questione riguardante la procedura di nomina del nuovo direttore (mentre la causa era ancora pendente) da parte del Consiglio di Fondazione: «Corrisponde al vero che il direttore, nominato al posto di Enderli, non aveva, e non ha, i requisiti del bando di concorso? Corrisponde al vero che l’Ufficio Anziani aveva giudicato la sua candidatura come non idonea? Come giustifica che sia stato ugualmente assunto?».