In casa PS regna invece la delusione. Ivo Durisch: «Peccato, un'occasione sprecata per le famiglie del ceto medio-basso»
BELLINZONA - L'imposta di circolazione, in futuro, sarà calcolata sulla base delle emissioni di Co2. Lo hanno deciso oggi i cittadini ticinesi, votando largamente a favore dell'iniziativa popolare lanciata dal Centro, bocciando invece la controproposta di Verdi e PS (che era appoggiata dal Gran Consiglio).
«Siamo molto soddisfatti» ha commentato a Tio/20 Minuti il presidente del Centro, Fiorenzo Dadò, anche «perché sostanzialmente avevamo contro quasi tutti. Il PLR invitava i loro aderenti a votare contro quest'iniziativa e il fronte rosso-verde (spalleggiato dalla maggioranza del Gran Consiglio) proponeva il controprogetto e chiedeva di votare no. Evidentemente, questo plebiscito che c’è stato a favore dell’iniziativa ci fa particolarmente piacere».
Ma quanto sarà grande la fetta di ticinesi che potranno beneficiare di una riduzione di quest'imposta? «Dai calcoli che sono stati fatti dovrebbe essere l'85-90%», ha affermato Dadò. «Naturalmente adesso la palla passa nel campo del Governo e del Ministro Gobbi che a dipendenza di come applicheranno l'iniziativa verrà più o meno rispettata la libertà dei ticinesi». In effetti, lo ricordiamo, ci sono ora delle cose da mettere a posto. Va modificata infatti la formula relativa alla misurazione delle emissioni (che è cambiata dopo lo scandalo Dieselgate), di modo da considerare la differenza di misurazione nelle auto immatricolate prima o dopo il 2020. C'è poi anche una moratoria per quanto riguarda i veicoli immatricolati prima del 2009.
«Noi vigileremo e ci auguriamo che questa volontà espressa a chiare lettere dal popolo (è stata plebiscitata l'iniziativa ed è stato affossato in maniera importante il controprogetto del Parlamento) venga rispettata». Avete già dei prossimi passi previsti e siete fiduciosi che si potrà rispettare la volontà popolare? «Noi (come iniziativisti) chiederemo un incontro immediato con l’onorevole Gobbi possibilmente già lunedì 7 o martedì 8 novembre quando ci sarà il gran consiglio. In modo che si possa discutere e guardare insieme che venga rispettata a pieno la volontà popolare. Comunque, in parlamento siamo sicuri di poter contare dell’appoggio di Lega e UDC che in questa battaglia ci hanno appoggiati».
«Tanta confusione»
D'altro canto, per il partito socialista ticinese, la delusione è grande. «Viste le premesse di partenza, che è stata comunque buttata sabbia negli ingranaggi da parte dell'UPSA (l'associazione degli importatori di automobili) e che il Dipartimento delle Istituzioni (DI) non ha poi fatto chiarezza (rimanendo in silenzio), il cittadino si è trovato di fronte a due proposte che presentavano delle cifre che non si sapeva se alla fine erano corrette o meno», ha spiegato il Capogruppo del PS Ivo Durisch, «per cui siamo sicuramente delusi, ma lo consideriamo comunque un risultato più che dignitoso».
Le cifre poco chiare hanno quindi influenzato l'esito del voto? «Questa confusione secondo me ha portato a scegliere la soluzione più semplice, a discapito del nostro modello che in realtà andava ad aiutare maggiormente i possessori di auto più piccole. Ma soprattutto è un'occasione sprecata per le famiglie del ceto medio e basso che avrebbero potuto beneficiare in maniera importante di uno sconto sull'abbonamento arcobaleno. E questo sconto sarebbe andato per lo più - calcoli fatti dal Consiglio di Stato - ai giovani». Resta però un dato che fa riflettere: solo il 35% dei ticinesi è andato al voto. «Credo che anche questo è dovuto anche alla confusione che c'è stata», afferma Durisch.
Comunque la battaglia della sinistra relativa alla mobilità - a livello più ampio - continua: «Per noi l'obbiettivo è cambiare in qualche modo il paradigma: oggi se ci sono 10 persone che si muovono in auto, le auto corrispondenti sono 9. L’occupazione dei veicoli è ancora troppo bassa». E non si rema tutti nella stessa direzione... «Dall'altra parte si muovono in senso apposto, ancora una volta con slogan populisti - ad esempio per quanto riguarda l'iniziativa che intende abolire la tassa di collegamento». Nei prossimi anni, è quindi già in arrivo la prossima battaglia.