Interrogazione della Lega dei Ticinesi rivolta al Governo.
BELLINZONA - «Più di 7’000 richiedenti l'asilo sono stati naturalizzati in Svizzera negli ultimi vent'anni, nonostante la loro domanda d’asilo fosse stata respinta e avessero dovuto quindi lasciare il paese». È l’inizio dell’interrogazione presentata al Consiglio di Stato da diversi deputati della Lega.
«Questi dati sono stati emanati dalla Segreteria di Stato della migrazione che precisa che tra il 2003 e il 2022 sono state ammesse “provvisoriamente” circa 100'690 persone», continua il documento firmato da Stefano Tonini, Andrea Sanvido, Daniele Piccaluga, Sem Genini, Alessandro Mazzoleni, Omar Balli, Boris Bignasca e Maruska Ortelli. «Le oltre 7’000 persone ammesse provvisoriamente che hanno ricevuto la cittadinanza svizzera sono tuttavia state naturalizzate ai sensi della vecchia legge sulla cittadinanza svizzera, in vigore fino alla fine del 2017».
Oggi, scrivono i granconsiglieri, «le persone la cui domanda d'asilo è stata respinta possono comunque richiedere un permesso di soggiorno per casi di rigore. La persona riceve quindi un permesso di soggiorno di tipo B, che normalmente si rinnova annualmente». Dopo un soggiorno di dieci anni con un permesso B, «un soggetto può ottenere un permesso di domicilio permanente C e, teoricamente, potrebbe anche richiedere la naturalizzazione».
Da qui le domande al Governo:
- In Ticino ci sono altri casi simili di richiedenti l’asilo con decreto d’espulsione con domanda pendente di cittadinanza Svizzera?
- Quanto costa mediamente una persona in questa situazione alle casse del Cantone?
- Di questi 7'000 casi quanti erano “residenti” in Ticino?
- Vi erano soggetti con precedenti penali che sono diventati cittadini svizzeri tra questi casi?
- Se vi sono stati casi in Ticino, ora le persone che sono diventate Svizzere partecipano al benessere della nazione lavorando e pagando imposte?