Fumata bianca anche per lo stabile EFG
BELLINZONA - La Commissione gestione e finanze ha trovato la chiave di volta su due dossier complicati: il Preventivo 2024 e il credito per l'acquisto dello stabile EFG. Sul primo, tuttavia gli equilibri sono molto delicati. L'accordo è stato raggiunto con la sottoscrizione del rapporto di maggioranza da parte della Lega, del Centro e del Plr e prevede a grandi linee il mantenimento dei sussidi di cassa malati e del contributo di solidarietà ai dipendenti pubblici, così come la non sostituzione dei funzionari partenti nella misura del 20%. Non si sono accordati invece Udc e sinistra, che porteranno in aula un loro rapporto di minoranza.
Centro: «Un accordo per andare avanti, ma per noi è no al contributo di solidarietà»
Sull'accordo Fiorenzo Dadò, interpellato, ci tiene a una precisazione: «La nostra posizione non è cambiata. Per noi è "no" al taglio sui sussidi della cassa malati e "no" al contributo di solidarietà. Prima del voto del preventivo bisogna votare il decreto per l'analisi della spesa pubblica. Questo è stato un passo per uscire da una situazione complicata, abbiamo firmato per poter andare in aula, ma abbiamo già presentato l'emendamento per togliere il contributo di solidarietà».
Lega: «Dovevamo uscire dal caos mediatico»
«Pur manifestando solo parziale soddisfazione, desideriamo evidenziare alcuni risultati positivi ottenuti durante le negoziazioni. In primo luogo, siamo lieti di annunciare che abbiamo ottenuto il mantenimento dei sussidi di cassa malati, riconoscendo l'importanza di preservare il sostegno economico per coloro che lo necessitano in questo difficile momento. Inoltre, siamo soddisfatti di annunciare il consenso riguardo a risparmi significativi nel settore degli asilanti», fa notare la Lega dei Ticinesi.
Esprimendo la propria posizione in merito alla firma del rapporto sul Preventivo e «sottolineando la necessità di uscire dal caos mediatico che ha caratterizzato le ultime settimane», il Gruppo di via Monte Boglia comunica il superamento di un'impasse che dura da mesi.
Il principio approvato riguardo al Preventivo è «molto semplice», spiegano i leghisti: «Il Ticino spenda solo i soldi che riceve dalla Confederazione (e cioè 50 milioni per il 2024) e non aggiunga altri milioni dei contribuenti ticinesi». Tuttavia, il Gruppo Lega dei Ticinesi riconosce che vi è ancora lavoro da fare per affrontare appieno le sfide finanziarie del Canton Ticino.
«Pur apprezzando i progressi finora compiuti - scrivono i rappresentanti del partito - continueremo a vigilare attentamente sulla gestione delle risorse pubbliche per garantire un futuro più stabile e sostenibile per tutti i cittadini. Tutto questo senza bloccare gli investimenti, senza colpire i più deboli e senza alzare le imposte».
Ps: «Un avanzamento, ma il preventivo resta inaccettabile»
Equilibri delicati, come detto, confermati dalla presa di posizione del Ps: «Dopo settimane di imbarazzanti tentennamenti, i partiti del centrodestra si sono finalmente assunti le proprie responsabilità istituzionali e hanno firmato il rapporto favorevole al preventivo 2024. Grazie all’impressionante mobilitazione popolare, Plr-Centro-Lega hanno fatto un passo indietro rinunciando al taglio di 16 milioni ai premi di cassa malati. Un’importante vittoria – ma nel complesso il preventivo 2024 resta inaccettabile e il Ps si opporrà».
I socialisti mantengono dunque la loro contrarietà al preventivo 2024 e i loro commissari in gestione hanno scelto di firmare il rapporto di minoranza che propone di «agire in maniera solidale sulle entrate e sulle uscite». Per il Ps «bisogna partire dai bisogni della popolazione per determinare l'importo della spesa pubblica e, se le risorse finanziarie non sono sufficienti, anziché procedere con dei tagli (sempre molto dolorosi), bisogna aumentare le entrate fiscali, soprattutto quelle percepite sui grandi patrimoni e sui redditi molto elevati».
Nelle prossime settimane il Ps si coordinerà con il comitato “Stop ai tagli” e i sindacati dei dipendenti pubblici per valutare se ricorrere al referendum contro il “contributo di solidarietà” chiesto ai dipendenti pubblici o se privilegiare altre forme di opposizione.