Doppio appuntamento tra venerdì 22 e sabato 23 con la Tonhalle di Zurigo e il Trio Zeliha
LOCARNO - Duplice appuntamento nel weekend per le Settimane musicali Ascona.
Si comincia venerdì 22 settembre alle 19.30 nella Chiesa di San Francesco a Locarno con la Tonhalle-Orchester di Zurigo, diretta da Paavo Järvi e con un virtuoso della scuola finnica del pianoforte, Olli Mustonen. La proposta è una serata tutta all’insegna della musica di Beethoven. Nella fattispecie un Beethoven sorprendente, che non si ascolta quasi mai dal vivo. Questo vale in particolare per l’Ouverture della Consacrazione della casa e per il Concerto nr.6 op.62, originariamente un concerto per violino trasformato dallo stesso Beethoven in un brillante saggio per pianoforte e orchestra. È un pezzo che Olli Mustonen esegue con entusiasmo da anni e che rientra pienamente nei gusti del pianista finlandese, artista che ama sorprendere presentando le cose in modo sempre un po' diverso. Meno eseguita rispetto ad altre partiture arcinote, è pure la Seconda Sinfonia, che verrà presentata nella seconda parte del concerto. Si tratta di un’opera giovanile in cui Beethoven utilizza per la prima volta un sapore eroico, che verrà poi maggiormente ripreso nelle sinfonie successive, e in cui i contrasti ritmici, melodici e metrici sono spia della sofferenza dell'autore che ha da poco scoperto la malattia che lo porterà alla sordità.
Si prosegue sabato 23 settembre con il primo concerto della Serie Début, alle 11 nel Palazzo della Sopracenerina. Ospite del primo appuntamento dedicato ai giovani è il Trio Zeliha, formazione francese composta dalla violinista Manon Galy, dal violoncellista Maxime Quennesson e dal pianista Jorge Gonzalez Buajasan. Il concerto proporrà in apertura il Trio nr. 1 op 49 di Felix Mendelssohn, un brano che si muove tra virtuosismo infuocato e magie fantastiche e che ha funto da prototipo nel suo accostare il colore del pianoforte agli archi. Nella seconda parte si potrà invece ascoltare il Trio nr. 2 op. 67 di Shostakovich, un’opera in cui dolore e tenera malinconia si affiancano per riflettere la desolazione della guerra (la composizione è del 1944) e la tristezza per l’improvvisa scomparsa dell’amico, musicologo e compagno di strada (nella buona e cattiva sorte, specie nei giorni infausti della cosiddetta “campagna del 1936” orchestrata dal regime) Ivan Ivanovic Sollertinskij.