Mariana Ballanti, candidata al Gran Consiglio sulla lista UDC.
La raccolta firme per l’iniziativa federale “chi vuole pagare in contanti deve poterlo fare” sta avendo grande successo: sono state già raccolte 136'767 firme.
Questo indica che una volta tanto il buon senso dei tempi andati sta fortunatamente prevalendo sugli isterismi collettivi di pandemia e transizioni green e digitale.
Mantenere il denaro contante è infatti il migliore modo per mettersi al riparo dal caos sociale che potrebbe crearsi nel traffico pagamenti in caso di ripetuti blackout o anche di cyberattacchi.
E’ già successo che in negozi si blocca tutto e che la gente deve lasciare gli acquisti alla cassa se è sprovvista di contanti.
Non parliamo poi dello spauracchio di un crash totale o temporaneo di internet a causa di guerre cyber.
Sono comunque innumerevoli le piccole occasioni del vivere quotidiano in cui è ancora necessario continuare ad usare il denaro in contanti.
Anche lo smantellamento dei bancomat andrebbe assolutamente fermato!
Nessuno pensa alle difficoltà che questa esasperata digitalizzazione sta creando soprattutto agli anziani? Molti di loro non digitalizzati rischiano di venire esclusi da molte attività sociali se scompare il contante.
Gli esaltati di globalizzazione che dal WEF pontificano e teorizzano di accorciare la vita del denaro in contanti dal 2050 al 2030, dovranno pazientare. Il popolo svizzero vuole infatti tenersi stretto il proprio denaro contante.
Tenerselo stretto significa anche sfuggire alla dittatura del “tutto tracciabile” che spesso è l’anticamera della vera dittatura. Ossia non fare la fine dei cinesi che in Cina vengono multati con il riconoscimento facciale già solo se attraversano la strada a piedi col semaforo rosso, tanto lo stato è diventato ficcanaso. Infine, il commercio dei nostri dati personali arricchisce inoltre colossi miliardari internazionali già ricchi ammazzando i sani piccoli commerci locali.
Rimaniamo dunque liberi e svizzeri anche tenendoci il tradizionale denaro in contanti!