Barbara Di Marco, Candidata MPS Municipio e CC Lugano
LUGANO - In un recente servizio televisivo la direttrice della Divisione della Socialità ha affermato come a Lugano siano aumentate a dismisura le richieste di aiuto da parte della popolazione. Nel 2019 le richieste per gli aiuti sociali comunali erano salite a
788 (erano 647 nel 2018). La direttrice Sabrina Antorini Massa ha indicato un valore di 950 per l’anno 2020 (cioè con un aumento del 46% sul 2018) e ha dichiarato come la pandemia abbia inciso negativamente sugli impieghi già precari soprattutto delle donne. Il numero di richieste per gli aiuti sociali comunali è il doppio rispetto al 2015, anno in cui erano stati introdotti, e la spesa correlata è salita da 753’822 fr. nel 2019 a oltre 930’000 fr. nel 2020.
Condivisibile anche la valutazione della Direttrice secondo la quale lentamente potrebbe essere un significativo aumento di persone in assistenza e in disoccupazione, fatto probabilmente non solo riconducibile alla pandemia, ma a una crisi economica e sociale già iniziata prima.
È aumentata anche la partecipazione comunale alla spesa dell’assistenza, cresciuta a 5’866’036 fr. nel 2019. Non è a disposizione il dato relativo al 2020, ma vista la situazione pandemica e la disoccupazione in crescita si annuncia uno scenario preoccupante nel quale molte persone non potranno più affrontare spese impreviste e una parte della mancanza di reddito dovrà essere colmata dalla comunità.
È questa la situazione sociale nella quale si inserisce la discussione intorno al Polo sportivo e degli eventi di Lugano (PSE). Progetto faraonico portato avanti con persuasione da tutte le forze politiche, volendo a tutti costi inaugurare il principio di partenariato pubblico-privato a Lugano; incuranti della situazione sociale, incuranti di uno sfitto importante in città, il Comune di Lugano propone alla popolazione una spesa di 350 milioni di franchi diluita su 3 decenni. Si tratta di un progetto che va ad incidere in modo importante sulla struttura della città, prevedendo anche lo spostamento degli impiegati comunali e la costruzione di vari palazzoni e autosili.
Scartata da tempo l’idea di adeguare la struttura attuale (lo stadio) agli standard richiesti, ora si vuole far credere, con una sorta di ricatto, che chi non approva il progetto nel suo complesso, o lo vuole mettere in discussione, sia responsabile del declino del calcio a Lugano.
Nella nostra città sembra che qualcuno abbia perso il senso della realtà, non rendendosi conto né della difficile situazione sociale, né, tantomeno, di quella ambientale nella quale viviamo. Vogliamo continuare come se nulla fosse?