La Corea del Sud invoca un «isolamento totale» via sanzioni e intanto con gli Usa pensa già a nuovi schieramenti militari nella penisola
SEUL - Una risposta alla Corea del nord che sia «la più forte possibile», quella invocata da Seul in seguito al test di una bomba all'idrogeno avvenuto nelle prime ore di questa mattina. Seul auspica un «isolamento totale» della nazione attraverso le sanzioni internazionali e il Concilio di sicurezza dell' Onu. Nel mentre, assieme a Washington, sta valutando nuovi schieramenti strategici nella penisola coreana.
Prove nucleari in grande stile - di una scala mai vista prima - quelli di oggi in una zona a nord-est della Corea del Nord a 10 chilometri dall'area precedentemente utilizzata per le prove balistiche.
Mai così potente - Stando alle autorità sudcoreane si tratterebbe di un ordigno «almeno 10 volte più potente di quelli testati fino ad oggi», con una potenza stimata di 11 kilotoni. Gli scoppi sono stati effettuati poche ore dopo le dichiarazione del leader nordcoreano di aver sviluppato «una bomba all'idrogeno molto potente». Secondo quanto riportato all'agenzia stampa nordcoreana Kcna, Kim Jong-Un «ha guidato personalmente lo sviluppo della nuova arma che può essere inserita all'interno di un missile intercontinentale».
Una scossa, forse due - A lasciar trapelare la realtà di un nuovo test bellico di natura nucleare una forte scossa (di magnitudo 6,3 o 5,7) avvenuta attorno alle 12:30 ora locale (circa le nostre 6:00). A registrarla gli uffici meteorologici di Usa, Giappone, Cina e Corea del sud. La notizia di una seconda scossa di entità minore (4,6) è inizialmente stata smentita da Seul, secondo gli esperti potrebbe trattarsi di un crollo dei tunnel sotterranei.
La Cina condanna il test - La scossa è stata percepita fino nella vicina Cina, dove ci sono state scene di panico fra la popolazione delle città contigue al confine che in alcuni casi si sono riversate in strada. I test sono stati apertamente condannati dal Ministero degli esteri cinese e le autorità hanno iniziato un monitoraggio di emergenza per la possibile presenza di radiazioni.
Washington: «Difenderemo il Giappone» - «Gli Usa faranno possibile per difendere il Giappone», è quanto dichiarato dal responsabile della sicurezza HR McMaster al suo omologo giapponese, «anche da una possibile minaccia nucleare».
La Russia condanna con forza - Il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov si è detto «estremamente preoccupato» per il nuovo test nucleare compiuto dalla Corea del Nord che - ha detto - merita la «condanna più forte». La leadership nordcoreana sta creando una «grave minaccia» per la regione, ha aggiunto Lavrov mettendo in guardia sul fatto che proseguire su questa linea porterà a «gravi conseguenze».
«In questo momento è un imperativo restare calmi e astenersi da qualsivoglia azione che porti ad un'ulteriore escalation della tensione», si legge ancora nella dichiarazione di Lavorv sul sito del ministero degli esteri russo.
Quindi, l'invito di Lavrov alle parti al ritorno immediato al dialogo e ai negoziati come unica via possibile per una soluzione globale dei problemi della penisola coreana.
Aiea: «Siamo preoccupati, bisogna attuare le risoluzioni» - L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha condannato il sesto test nucleare effettuato dalla Corea del Nord definendolo «estremamente deplorevole». «Chiediamo con forza che siano applicate tutte le risoluzioni» contro Pyongyang, ha dichiarato il capo dell'agenzia Yukiya Amano sottolineando che l'Aiea segue «da vicino gli sviluppi del programma nucleare della Corea del Nord, che è fonte di seria preoccupazione».
Trump: «Pyongyang sempre ostile agli Usa» - «La Corea del Nord ha compiuto un imponente test nucleare. Le sue parole e le sue azioni continuano ad essere molto ostili e pericolose per gli Stati Uniti». Così il presidente americano Donald Trump ha condannato su Twitter il sesto test nucleare compiuto da Pyongyang.