I funerali del manager si terranno in forma strettamente privata. Bandiere a mezz'asta al Lingotto e a Maranello
ZURIGO - Sergio Marchionne è morto. La notizia arriva alle 11,39 da Exor, la holding della famiglia Agnelli, che controlla Fca. «È accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio, l'uomo e l'amico, se n'è andato», annuncia il presidente John Elkann. Accanto a Marchionne, ricoverato da fine giugno nell'Ospedale Universitario di Zurigo, la compagna Manuela Battezzato e i figli Alessio e Tyler, che in queste settimane sono sempre rimasti al suo fianco.
La morte del manager è avvenuta per attacco cardiaco, nella clinica di Zurigo dove, come ha raccontato Fca nei comunicati ufficiali, era stato sottoposto a un intervento alla spalla destra. Complicazioni «inattese» hanno portato a un arresto cardiaco. Portato in rianimazione, non era attaccato alle macchine in modo sistematico. Lì ha avuto un nuovo attacco cardiaco che lo ha portato a morte naturale.
Bandiere a mezz'asta al Lingotto e a Maranello, tutti gli stabilimenti fermi quindici minuti. Non sono previsti funerali pubblici del manager né altri momenti di cordoglio. L'ultimo saluto all'ex amministratore delegato di Fca sarà in forma privata. Le aziende del gruppo Agnelli - Exor, Fca, Cnh, Ferrari e Juventus - ricorderanno Marchionne a settembre in due cerimonie che si terranno, in momenti diversi, a Torino e ad Auburn Hills. Lutto al braccio nella prima amichevole della stagione della Juventus.
«Sergio era un uomo speciale», afferma il nuovo amministratore delegato di Fca, Mike Manley, nel giorno del debutto davanti alla comunità finanziaria dopo l'approvazione dei conti del secondo trimestre. Una giornata difficile, contrassegnata anche dal tonfo del titolo in Borsa.
La morte di Sergio Marchionne non spezza il filo che per quattordici anni ha unito la famiglia Agnelli al manager. «Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per avere reso possibile ciò che pareva impossibile», ha detto John Elkann in questi giorni dell'addio riconoscendone le doti di grande innovatore.
Il mondo s'inchina a Marchionne. La notizia della morte del manager compare in pochi minuti sui giornali online di tutto il mondo e piovono i messaggi di cordoglio per quello che in molti descrivono come un protagonista della storia dell'Italia e non solo.
«Un uomo di rottura e di innovazione, un simbolo», lo definisce il presidente della Confindustria Vincenzo Boccia. Messaggi arrivano da tutto il mondo sindacale. Un uomo «di grande intelligenza e capacità manageriale», riconosce il sindacato italiano Cgil che rompe il silenzio degli ultimi giorni, ma anche «un duro negoziatore. Non ha saputo né voluto indirizzare l'azienda al dialogo e alla collaborazione con una parte importante dei lavoratori italiani».
Marchionne ha dato un duro colpo anche alle relazioni sindacali negli Stati Uniti, trattando in prima persona con il United Auto Workers, il potente sindacato dei metalmeccanici americano. Pur non nascondendo gli alti e bassi nel rapporto, proprio il Uaw ne omaggia la «visione di successo che ha cambiato la vita» ai lavoratori di Chrysler, Jeep e RAM in un momento in cui i tre marchi rischiavano di essere spazzati via dalla crisi.