Le accuse rivolte all'ex manager della campagna elettorale di Trump sono quelle di frode bancaria e fiscale
Prende il via oggi presso il tribunale distrettuale di Alexandria, in Virginia, il processo a carico dell'ex capo della campagna elettorale di Donald Trump, Paul Manafort, il primo processo che scaturisce dall'inchiesta sul Russiagate dello "special counsel" Robert Mueller.
WASHINGTON - Ma le accuse a carico di Manafort non sono direttamente legate all'intrusione di Mosca nelle elezioni del 2016: si tratta frode bancaria e fiscale, per non aver denunciato conti bancari stranieri e per aver usato compagnie di facciata per nascondere trasferimenti bancari.
Manafort è stato incriminato nell'ottobre del 2017 in relazione alle sue attività di consulenza all'estero e di lobbista, per aver violato la legge sugli agenti stranieri Usa. A suo carico è previsto un secondo processo, il cui inizio è stato fissato il 17 settembre prossimo presso un tribunale federale di Washington: riguarderà la sua consulenza per il partito ucraino dell'ex presidente Viktor Yanukovich e per l'oligarca ucraino Rinat Akhmetov, fra i principali finanziatori del Partito delle regioni di Yanukovich.
Manafort ha anche lavorato insieme al miliardario russo Oleg Deripaska colpito direttamente, insieme alle sue aziende, dalle ultime sanzioni americane, per un investimento immobiliare a Manhattan e per l'acquisizione, mai avvenuta, di una rete di telefonia ucraina. Anche l'avventura immobiliare dei due è andata a finire male e Deripaska ha querelato Manafort in un tribunale americano.
Fra le 35 persone chiamata a testimoniare dall'accusa al processo ad Alexandria, vi è anche l'ex vice di Manafort Rick Gates, anche lui incriminato e che lo scorso febbraio ha iniziato a collaborare con Mueller.