L'esperimento di un'università cinese ha già spaccato la comunità scientifica: «Eticamente inaccettabile, crea discriminazioni»
SHENZEN - È descritto in un documento della Southern University of Science and Technology della città cinese di Shenzhen, l'esperimento in cui il Dna degli embrioni di sette coppie è stato modificato per renderlo resistente al virus Hiv responsabile dell'Aids, intervenendo sul principale recettore cui si lega il virus, il CCR5.
Al di là di questo obiettivo, l'unico dichiarato nel documento, i ricercatori hanno dichiarato di voler ottenere in futuro anche la resistenza al vaiolo e al colera. Nel documento, reso noto dalla rivista del Massachusetts Institute of Tecnology (Mit), Technology Review, si legge che l'esperimento è stato condotto con il consenso del comitato etico.
«Eticamente inaccettabile» - Se confermato, l'esperimento in cui in Cina il Dna degli embrioni di sette coppie è stato modificato per renderlo resistente al virus Hiv responsabile dell'Aids, «è il primo caso di miglioramento genetico dell'uomo per avvantaggiare degli individui e creare discriminazioni nella società».
Ha commentato così l'esperimento che avrebbe portato alla nascita di due gemelle con Dna modificato, il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell'università di Roma Tor Vergata.
«A mio parere - ha rilevato Novelli - la correzione del Dna sugli embrioni, per essere moralmente ed eticamente accettabile, deve essere finalizzata in maniera precisa e accurata a guarire la gente, cioè a garantire benessere alla persona e ai suoi discendenti. Pensiamo alla morte cardiaca improvvisa: correggendo uno dei geni responsabile si evita la malattia».
In questo caso, per l'esperto, non sono chiare le motivazioni e «se lo scopo è evitare la trasmissione del virus al feto, perché gli embrioni sono di coppie sieropositive, ci sono almeno 4 farmaci diversi che possono già evitarlo».
L'autore: «Mi sento responsabile» - Sente una «forte responsabilità» per essere stato il primo ad aver condotto un esperimento di questo tipo, il ricercatore cinese, He Jiankui, della Southern University of Science and Technology.
In un'intervista alla Associated Press, il ricercatore ha detto che «la società deciderà poi cosa fare» in termini di consentire o vietare tale tecnica.
Una modifica Dna non era riuscita, ma l'embrione è stato impiantato comunque - La modifica del Dna non era riuscita in uno degli embrioni ottenuti nella Southern University of Science and Technology di Shenzhen, ma i ricercatori hanno deciso comunque di impiantarlo. Sapevano già che non erano state alterate entrambe le copie del gene. «Almeno una delle gemelle sembra essere un patchwork di cellule», ha commentato il genetista americano George Church, dell'università di Harvard.
In mancanza di una pubblicazione scientifica sono possibili solo ipotesi e secondo Church l'impressione è che la tecnica di editing del Dna non abbia funzionato. La modifica del Dna non era riuscita come previsto e il recettore CCR5 a cui si lega l'Hiv non era stato bloccato. La decisione di voler utilizzare comunque questo embrione, ha aggiunto Church, suggerisce che «l'obiettivo principale dei ricercatori era sperimentare la tecnica di editing del Dna piuttosto che evitare la malattia».
Il genetista Kiran Musunuru, dell'Università della Pennsylvania, ha rilevato che per la bambina nata da questo embrione non ci sarebbe stato «davvero quasi nulla da guadagnare in termini di protezione contro l'Hiv» e sarebbe inoltre stata «esposta a tanti altri rischi attualmente sconosciuti per la sicurezza».